GRAZZANISE – Tredici esponenti del clan Mezzero-Ligato sono finiti sotto processo per associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione aggravata e incendio doloso.
Il gip Nicoletta Campanaro del tribunale di Napoli, accogliendo la richiesta del pm della Dda Vincenzo Ranieri, ha disposto il giudizio immediato nei confronti di Antonio Mezzero, Michele Mezzero, Alessandro Mezzero, Pietro Ligato (nella foto), Carlo Bianco, Vincenzo Addario, Giovanni Diana, Giuseppe Diana, Pietro Di Marta, Davide Grasso, Pasquale Natale, Andri Spahiu e Pietro Zippo, davanti ai giudici della seconda sezione collegio A del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, con inizio del processo per l’udienza del 19 maggio. A carico degli imputati la Dda ha prodotto numerose intercettazioni telefoniche e ambientali e dichiarazioni di una decina di collaboratori di giustizia che hanno inquadrato il contesto criminale. Al centro del procedimento l’estorsione a due imprenditori Luigi Miraglia e Nicola D’Aniello per la compravendita del 28 marzo di tre anni fa di un capannone a Sant’Andrea del Pizzone da parte di Carlo Bianco uomo di fiducia di Carmine Zagaria, fratello di Michele Zagaria. Bianco avrebbe chiesto 30mila euro a D’Aniello che comprava lo stabile e 10mila a Miraglia che lo vendeva, parte della somma doveva essere data ad Antonio Mezzero che era il capozona di Grazzanise. Nel corso della transazione tra i due imprenditori si sarebbe inserito Pietro Ligato che si sarebbe fatto consegnare 20mila euro da D’Aniello e altrettanti ne avrebbe chiesti a Miraglia che avrebbe aggredito per il suo diniego. Tra le vittime di estorsione anche imprenditori edili, e titolari di bische clandestine. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Carlo De Stavola, Paolo Di Furia, Alberto Martucci, Raffaele Russo, Paolo Raimondo, Camillo Irace, Paolo Caterino, Angelo Santoro e Claudio Sgambato.
gmm