“La siccità patita dalla nostra regione durante la stagione estiva, e che si sta protraendo anche in questo autunno, ha causato pesanti danni alle coltivazioni agricole. Parliamo di perdite del 50% nella produzione di mais, del 40% nella barbabietola da zucchero, del 30% nell’erba medica – spiega Roberto Padovani, Presidente regionale di Terra Viva Emilia Romagna che prosegue – senza contare la riduzione della pezzatura dei frutti con grave flessione nei quantitativi di prodotto di alta qualità. Va aggiunto che i prezzi di mercato non compensano i rincari energetici e le maggiori spese sostenute dalle aziende agricole per acquistare materie prime e concimi. È per questi motivi che, a nome degli agricoltori che rappresentiamo, abbiamo chiesto al Presidente della Regione Emilia Romagna di attivare lo stato di calamità naturale per siccità, con i conseguenti sostegni economici che ne derivano”.
“In questi giorni gli agricoltori stanno completando le operazioni di semina dei cereali per l’autunno e inverno e, considerando il protrarsi delle alte temperature e la mancanza di precipitazioni, lo scenario rimane preoccupante – sottolinea anche il Presidente nazionale di Terra Viva Claudio Risso in una nota stampa – Sosteniamo la richiesta dei colleghi emiliani, nell’attesa che anche il neo Ministro all’Agricoltura Francesco Lollobrigida convochi le associazioni di categoria per un confronto fattivo sullo stato della situazione e sugli scenari futuri. Ricordiamo che il PNRR destina 880 milioni di euro complessivi al miglioramento delle infrastrutture irrigue, è importante quindi conoscere quali saranno le azioni da mettere subito in campo per sostenere e rilanciare il comparto primario, settore strategico per l’economia del Paese”.