A distanza di 30 anni si conclude, davanti alla sezione penale del Tribunale di Torre Annunziata (Napoli), il tribolato processo “Sigfrido”: condannati 19 presunti affiliati al clan camorristico D’Alessandro di Castellammare di Stabia, a cui sono state inflitte pene per quasi 312 anni di carcere complessivi. L’iter giudiziario era dovuto iniziare da capo per la mancata celebrazione dell’udienza preliminare.
A rallentarlo ulteriormente la pandemia. In Appello diversi capi d’accusa, tra i quali l’associazione a delinquere, finiranno in prescrizione a novembre. Tra i condannati Pasquale D’Alessandro, figlio del boss defunto Michele, al quale sono stati comminati 18 anni di carcere. I giudici hanno ritenuto di condannare il figlio del capoclan nella veste di “promotore, organizzatore e capo” del clan, per il reato di associazione a delinquere di tipo mafioso, dal 14 marzo 1997 al 15 ottobre 1997 e, per l’associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, dal settembre 1993 al 15 ottobre 1997.