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Discarica Rsu, operai assenteisti: blitz dei carabinieri del Noe

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Si è conclusa una complessa attività investigativa coordinata dalla Procura di Lagonegro, volta a verificare la presenza effettiva sul luogo di lavoro di operai addetti alla manutenzione e gestione post-operativa dell’ex discarica R.S.U. di Caggiano. Secondo quanto emerso dalle prime ricostruzioni, gli operai, già dipendenti della ERGON, su mandato della Regione Campania, erano impiegati dal Consorzio Unico di Bacino Napoli – Caserta per la riqualificazione ambientale del sito con il compito di manutenere la discarica ed in particolare controllare i livelli di percolato prodotto.

Le indagini avviate dai Carabinieri del NOE nella primavera dello scorso anno su delega della Procura di Lagonegro, hanno invece consentito di documentare, mediante prolungati servizi di osservazione e riscontri documentali, la costante assenza dal servizio degli operai e l’indebita percezione degli emolumenti stanziati dalla Regione mediante comunicazioni fittizie di presenza in servizio. I carabinieri hanno svelato un collaudato meccanismo adoperato dagli addetti alla discarica. La prassi prevedeva che il referente del sito, a cui è attribuita la centralità del disegno illecito, comunicava al Consorzio Unico di Bacino i fogli di presenza attestanti fittiziamente la presenza in servizio degli altri dipendenti mentre di fatto la discarica restava chiusa. Le comunicazioni avvenivano mediante WhatsApp entro la prima ora dall’inizio del turno di lavoro e ad essa faceva seguito settimanalmente la trasmissione dei fogli di presenza mendaci, che venivano raccolti dallo stesso referente del sito, agli uffici del consorzio. Le indagini dei NOE hanno evidenziato la sistematicità dell’esercizio criminoso posto in essere dagli indagati che, approfittando di un’azione di controllo del loro operato pressoché inesistente, hanno perseverato nella condotta assenteista e truffaldina addirittura anche dopo aver subito i primi controlli dei Carabinieri, non curandosi affatto della manutenzione della discarica e causando in questo modo un consistente pregiudizio all’ambiente. Il GIP, concordando con le valutazioni della Procura di Lagonegro, ha ritenuto pienamente sussistente il pericolo di reiterazione di tali comportamenti illeciti in virtù delle modalità con cui i fatti si sono svolti.

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