NAPOLI – Esempio di testimonianza e impegno, Daniela Maggio, mamma di Giovanbattista Giogiò Cutolo, il giovane musicista napoletano ucciso per futili motivi ad agosto del 2023, ha rivisto oggi la foto di suo figlio sui quotidiani. Il viso del suo Giogiò, accanto a quello di Arcangelo Correra, di Santo Romano, di Emanuele Tufano. Ragazzi uccisi a Napoli per mano di altri ragazzi armati.
“Episodi come quello – ha spiegato la mamma di Giogiò all’Ansa – ci impongono una riflessione sulla differenza tra carcere riabilitativo e carcere ricreativo. Se faccio uscire un ragazzo che ha già commesso reati importanti dopo aver sostenuto un corso per pizzaiolo o dopo essersi rifatto gli occhi
passeggiando sulla spiaggia di Nisida, non ho costruito una coscienza e non devo poi meravigliarmi se ucciderà di nuovo. E’ sul sistema carcerario e sulle leggi che va fatta una riflessione. Il killer diciassettenne di Santo Romano era uscito di prigione a maggio: anche nel suo caso la galera invece di restituirci un angioletto, ha rimesso in libertà un criminale”.
“Un anno fa – ricorda Daniela Di Maggio – ho profetizzato che moriremo tutti per mano di bambini armati. Ecco perché ho chiesto e sono riuscita a far introdurre il reato di stesa, proprio perché questi ragazzi escono continuamente dalle prigioni e continuano a uccidere e a spargere sangue. Ecco perché va capito bene il confine tra carcere riabilitativo e carcere ricreativo. Il killer del mio Giogiò era stato messo alla prova. Una volta terminata ha ucciso. A 14 anni si devono aprire le porte del carcere, basta con le comunità di prova. Bisogna far pagare un prezzo ai genitori e togliere la patria potestà quando è il caso. Se vedo ragazzi andare in giro con le scarpe di Gucci da 1000 euro una domanda come genitore me la devo fare e invece danno biberon di veleno a ragazzi che finiscono con l’uccidere i figli dell’Italia perbene. Non è più accettabile”.