Oltre anni di lotte, di battaglie, di rinunce e sacrifici. La DIA, una eccellenza a dir poco unica nell’ambito degli apparati di sicurezza nazionali, da oltre 30 anni, opera in silenzio per disarticolare i fenomeni criminali. Istituita appositamente in chiave antimafia, ha da sempre operato – come tra l’altro previsto dalle normative – anche in stretta collaborazione con il comparto intelligence nazionale. Quest’ultimo infatti, dai primi anni ’80, venuto meno il problema del terrorismo endogeno, cominciò attraverso i due Servizi SISMI e SISDE, ad interessarsi anche del fenomeno mafioso, che soprattutto in Sicilia era diventato un problema di primo ordine.
Il SISDE ma anche il SISMI, rafforzarono la loro presenza nell’isola attraverso l’apertura di più sedi con diverso personale, poiché il fenomeno era ormai tale da destabilizzare l’ordine democratico e la sicurezza del Paese. Ancor oggi la DIA coopera in tal senso con l’AISI nell’ambito del contrasto alla criminalità organizzata e spesso diversi elementi della DIA transitano nel comparto intelligence con ruoli direttivi e non.