Detenuto accusa agente di avergli chiesto di mentire al pm e indica Colucci tra i picchiatori

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SANTA MARIA CAPUA VETERE – Ex detenuto ha accusato in aula un agente della polizia penitenziaria di avergli chiesto di dire il falso ai pubblici ministeri titolari dell’inchiesta sulle torture al carcere Uccella “Quell’agente seduto in fondo all’aula mi disse di essere stato denunciato per le violenze ai detenuti e che io avrei dovuto dire al pm che non c’entrava nulla con i pestaggi. Ora ho paura di tornare a casa”.

Così l’ex detenuto Vincenzo Matrone ha indicato in aula l’agente imputato Pasquale Trispellino, accusandolo di aver provato a indurlo a non testimoniare contro di lui. Matrone, che si è costituito parte civile, è scoppiato in lacrime e indicando Trispellino ha detto “Ti ricordi cosa mi hai fatto?”. Matrone ha poi raccontato di aver subito duri pestaggi il 6 aprile, specificando di essere stato prelevato dalla cella da una decina di agenti con caschi e manganelli, di essere passato in mezzo al corridoio di agenti che lo colpivano, di essere rimasto a passeggio per un’oretta con altri detenuti e di essere stato portato sopra in cella, e durante il tragitto di essere stato manganellato alle gambe da “un’ agente donna bionda”. C’è poi l’episodio della barba bruciata, che viene prima datato da Matrone il 6 aprile, poi, in seguito alle contestazioni del pm, inquadrato il 7 aprile , sostenendo che un agente prima diede fuoco alla barba e poi gliela fece tagliare con il rasoio elettrico e con la lametta senza schiuma. Il teste ha poi riconosciuto in foto alcuni agenti che avrebbero pestato detenuti, tra cui Pasquale Colucci, il funzionario a capo del Nucleo di Supporto proveniente dal carcere napoletano di Secondigliano.