A quasi un anno dalla pandemia da un’analisi condotta dal servizio Lavoro, Coesione e Territorio della Uil emerge una falla: le tasche dei lavoratori dipendenti in cassa integrazione nel 2020 si sarebbero ‘svuotate’ di 8,7 miliardi di euro, al netto dell’Irpef nazionale e delle addizionali regionali e comunali.
A fronte di circa 4,3 miliardi di ore di cassa integrazione autorizzate nell’anno 2020, i 7 milioni di beneficiari hanno perso, mediamente, 1.243 euro netti pro-capite annui. “Tra riduzione dello stipendio e mancati ratei di tredicesima e quattordicesima” – spiega Ivana Veronese, segretaria confederale Uil – “in due mesi le buste paga si sono alleggerite mediamente dal 9,6% al 39%, a seconda delle ore di cassa integrazione”.