CASERTA – Quattrocento aziende zootecniche della filiera del latte di bufala nelle province di Caserta, Salerno e Latina sono a rischio chiusura. Molti caseifici stanno rifiutando il ritiro del latte bufalino destinato alla produzione della mozzarella di Bufala Campana Dop.
La crisi è aggravata dalla crescente presenza di prodotti non tracciati sul mercato, caratterizzati da etichette prive di garanzie di qualità. A complicare ulteriormente il quadro, il prezzo del latte alla stalla è sceso drasticamente, passando da 1,80 euro al chilogrammo a 1,55 euro, riducendo i margini di guadagno degli allevatori e mettendo in pericolo la sostenibilità economica del settore. In risposta a questa emergenza, Gianni Fabbris, coordinatore nazionale di Altragricoltura, ha annunciato l’inizio di una mobilitazione unitaria degli allevatori bufalini delle province interessate, aprendo una vera e propria vertenza sul latte di bufala. “Non possiamo più tollerare questa situazione insostenibile”, ha affermato Fabbris, rivelando che sono state formulate proposte per risolvere la crisi, le quali saranno discusse nei prossimi incontri con gli allevatori. Fabbris ha avvertito che, se le richieste non verranno ascoltate, gli allevatori potrebbero essere costretti a misure drastiche, inclusa l’ipotesi di uno sciopero del latte. Altragricoltura sta anche depositando presso le Procure della Repubblica una serie di atti che denunciano la cattiva gestione dei contratti di fornitura e i mancati controlli sulla tracciabilità del prodotto.