Ama, che a Roma gestisce i servizi cimiteriali, valuterà “eventuali azioni nelle sedi opportune per il reato di “procurato allarme” a tutela del servizio pubblico essenziale svolto.
Questo il prologo di una vicenda nata a seguito di esposti in procura seguiti al caos sepolture, in particolare i lunghi tempi di attesa per la cremazione che hanno portato, secondo le Associazioni di pompe funebri, anche a picchi di 2.000 salme nei depositi dei cimiteri capitolini.