Le tensioni internazionali continuano ad erodere la fiducia degli italiani, già messa a dura prova dal mancato superamento definitivo della pandemia. E la fase di pessimismo – iniziata con la ripresa dei contagi a gennaio – prosegue, inasprita dallo scoppio della guerra ucraina e dalla conseguente impennata dei prezzi dei beni energetici.
Così Confesercenti sui dati Istat sulla fiducia di consumatori e imprese.
Il leggero miglioramento registrato dalle imprese, invece, è la sintesi di sentiment diversi di comparto in comparto: alcuni, come costruzioni e grande distribuzione commerciale, sono più ottimisti, altri più cauti o addirittura pessimisti. Anche il settore turistico, dopo il forte recupero (+27 punti) messo a segno il mese scorso, ora registra un nuovo calo di oltre 8 punti, legato probabilmente alle forti incertezze sul mercato internazionale e sui relativi flussi di visitatori, a rischio con una situazione di guerra in atto. Una valutazione che, però, non incorpora ancora i risultati positivi registrati dal comparto in occasione della Pasqua e del weekend lungo del 25 aprile: il sondaggio di Istat viene somministrato nei primi quindici giorni del mese e, rispetto a quella fase, le prospettive appaiono ora in miglioramento, come la prossima rilevazione dovrebbe riflettere.
Qualche segnale di fiducia arriva anche dall’indice del commercio, invece, che risale di circa 3 punti: ma è soprattutto grazie al sentiment della grande distribuzione (+4), mentre i piccoli esercizi segnalano una valutazione più cauta ed incerta rispetto alla situazione attuale. In questo quadro è assolutamente necessario proseguire l’impegno contro il caro-energia e l’inflazione, che rischiano di soffocare i segnali di recupero. Le misure prese fino ad ora hanno funzionato, ma vanno rafforzate e prorogate: con un corretto mix di interventi è possibile fermare la corsa dei prezzi e mantenere il Paese sulla strada della crescita.