L’ultimo report Confesercenti ha sorprendentemente evidenziato come lapandemia abbia fatto registrare un calo dello 0,29% delle attività guidate da imprenditrici, interrompendo dunque una crescita costante sin dal 2014. Positivi però i dati del Mezzogiorno con quasi 1.300 imprese in più, pari al +0,26%. Tale diminuzione è stata più marcata nelle regioni del Centro.
La pandemia di coronavirus ha rallentato la corsa dell’imprenditoria femminile. A fine 2020 si registra un calo dello 0,29% delle imprese guidate da donne, per un totale di 4mila attività in meno rispetto al 2019. I dati emergono dalle elaborazioni condotte dall’Ufficio Studi Confesercenti in vista della Festa della Donna dell’8 marzo.
“La pandemia ha inferto una battuta d’arresto a tutto il Paese, cui l’imprenditoria femminile – nonostante la sua natura resiliente – non poteva sfuggire”, spiega la Responsabile nazionale di Impresa Donna Anna Maria Crispino. “Anche perché le difficoltà poste da lockdown e restrizioni nella dimensione familiare si sono scaricate principalmente sulle donne. Molte imprenditrici, in assenza di una rete di welfare che permetta loro di conciliare vita familiare e lavoro, si sono fermate”, spiega Crispino. “Bisogna fare di più – conclude la Responsabile nazionale di Impresa Donna – ripensando gli strumenti di sostegno e creandone di nuovi. Un obiettivo che dobbiamo perseguire tutti: sostenere le imprenditrici vuol dire sostenere la crescita del Pil e l’occupazione del nostro Paese”.