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Confcommercio su incontro Ministro Orlando: prima applicazione riforma ammortizzatori sociali e provvedimenti di emergenza

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In occasione dell’incontro odierno con il Ministro del Lavoro, originariamente concepito per condividere le prime riflessioni sull’impatto della riforma degli ammortizzatori sociali, si è proceduto all’analisi delle necessità che si determinano per garantire l’attività delle imprese di fronte alla nuova drammatica situazione connessa alla crisi Ucraina, nonché alle conseguenze sul tessuto economico della crisi energetica e dell’impatto inflattivo.

Quanto alla riforma degli ammortizzatori sociali, sarebbe stato meglio prevedere una fase di transizione e i provvedimenti legati al Decreto “Sostegni Ter” lo hanno dimostrato. È quanto si legge in una nota di Confcommercio-Imprese per l’Italia al termine dell’incontro con il Ministro del Lavoro Andrea Orlando sugli ammortizzatori sociali.

In questo momento – prosegue la nota – servono in primo luogo ulteriori ipotesi di “CIG emergenziale”, agendo direttamente sul blocco dei cd. “contatori” ai fini della durata massima dei trattamenti di integrazione salariale ordinaria fruibili anche dalle imprese del settore turistico e della cultura, che a fine marzo termineranno le 13 settimane nel biennio mobile, se pur scontate dalla contribuzione addizionale ai sensi dello stesso Decreto “Sostegni Ter”.

“Inoltre, anche per le imprese del terziario, che non sono state ricomprese nel Decreto Sostegni Ter – spiega Donatella Prampolini Vice Presidente di Confcommercio con delega al Lavoro e al Welfare – serviranno interventi mirati sia sulle settimane di ammortizzatori sociali fruibili che sulle causali di utilizzo. Da ultimo ma non ultimo – conclude la Prampolini – abbiamo apprezzato il meccanismo di premialità introdotto, da sempre proposto da Confcommercio, ma per essere un vero bonus malus deve riguardare tutte le aziende e la contribuzione ordinaria, non solo quella addizionale, tanto più per le aziende che hanno subìto il maggior impatto dall’incremento dei costi della riforma.”

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