Ancora una barriera burocratica nella travagliata storia degli ecobonus. Con l’emendamento al DL Crisi Ucraina approvato nella notte il Parlamento si assume la grave responsabilità di escludere circa l’80% di micro e piccole imprese dal mercato della riqualificazione edilizia introducendo nuove e incomprensibili barriere burocratiche.
Confartigianato e Cna stigmatizzano l’estensione dell’obbligo di qualificazione SOA per lavori legati agli ecobonus di importo superiore ai 516 mila euro a partire dal primo gennaio 2023.
Pur nella riformulazione del provvedimento che ne attenua l’impatto, cui le Organizzazioni artigiane hanno lavorato nel fine settimana per convincere i parlamentari sulla inopportunità della norma, quanto approvato – sottolineano Confartigianato e Cna – costituisce un principio inaccettabile, che esclude di fatto dai lavori di riqualificazione le imprese che non lavorano per gli appalti pubblici ed estende al settore privato un sistema pensato per i lavori pubblici, che nulla ha a che fare con la qualificazione delle imprese.
Servirebbe, piuttosto, una legge che riconosca il profilo professionale ed i requisiti delle imprese edili. Sappiamo peraltro che anche nel pubblico le SOA non hanno dimostrato particolare efficacia e non hanno alcuna utilità nel contrasto delle frodi. Unico effetto della norma: l’ennesimo rallentamento dell’esecuzione dei lavori e l’apertura di un business rilevante per le società che rilasciano attestazioni SOA.