CASAL DI PRINCIPE – L’operazione che ha disarticolato il clan Bidognetti ed una frangia del clan Schiavone è giunta questo pomeriggio alla sentenza della sesta sezione della corte di appello di Napoli, presieduta da Antonella Terzi.
La Corte ha inflitto nove anni di reclusione, in continuazione con una precedente sentenza, a Katia Bidognetti (nella foto) figlia di Francesco noto come Cicciotto ‘e mezzanotte, e cinque alla sorella Teresa Bidognetti, che ha concordato la pena, sempre in continuazione con altra sentenza, cinque anni per Marco Alfiero, otto anni a Francesco Cerullo, quattro anni a Carlo D’Angiolella, quattro anni a Onorato Falco, dieci anni a Francesco Bianco, sette anni e due mesi a Giuseppe Di Tella, nove anni a Giuseppe Granata, per gli altri imputati le pene sono state frutto di concordato: nove anni e cinque mesi per Sergio Koder, quattro anni cinque mesi e dieci giorni ad Antonio Stabile, Giovanni Stabile, Clemente Tesone e Salvatore De Falco, quindici anni e un mese, in continuazione per Giovanni Della Corte (del clan Schiavone), tre anni e quattro mesi a Felice Di Lorenzo, nove anni e otto mesi a Giosuè Fioretto, quattro anni e sei mesi a Giacomo D’Aniello. A Cerullo sono stati restituiti 58.650 euro confiscati. I reati contestati associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione aggravata, violazione della legge sulle armi e associazione finalizzata al traffico di droga. Gianluca Bidognetti condannato in primo grado a dodici anni ha rinunciato all’appello ottenendo un sesto di sconto della pena. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Domenico Martino, Carlo De Stavola, Giovanni Cantelli, Nicola Leone, Giacomo D’Aniello, Mirella Baldascino, Generoso Grasso e Pasquale Diana.
giovanni maria mascia