LUSCIANO – Educare i giovani e rieducare tutti noi per costruire un domani migliore. Un brutto presente quello che gli uomini consegnano alle nuove generazioni, ma è su di loro e sulla loro coscienza etica, morale, religiosa ed ecologica che bisogna puntare per riscattare noi stessi ed il territorio.
Proprio la cittadinanza ecologica è stata al centro del dibattito tenutosi stasera nella chiesa di Santa Maria Assunta di Lusciano. Ospiti dell’incontro organizzato nell’ambito del progetto Cec “Rieducare per custodire il domani”, il magistrato Catello Maresca ed il vescovo di Aversa, monsignor Angelo Spinillo. Ad introdurre i lavori don Giuseppe Liguori, parroco di S. Maria Assunta e don Giuliano Antignano, responsabile Pg Fornaia Trentola-Casaluce. A portare i suoi saluti il sindaco Giuseppe Mariniello.
“Che cosa non ha funzionato nella cura del Creato, nella cura dell’ambiente e della nostra vita? Non siamo riusciti a proteggere ciò che ci circonda e ci sono, purtroppo, notevoli lavori scientifici che ce lo ricordano. Siamo nella Terra dei fuochi – ha spiegato Maresca – ed abbiamo un’incidenza tumorale più alta di quella che si registra in altre parti d’Italia. Oggi credo che le giovani generazioni siano molto più attente al rispetto del territorio e del Creato. Vedo sensibilità e partecipazione a queste tematiche che ci toccano da vicino”.
“Ho sempre interpretato la politica come cura degli interessi delle persone, così come quando da giovane – ha ricordato il magistrato -, a San Giorgio a Cremano, ho iniziato con le Acli a dare una mano, per quanto potevo, a chi ne aveva necessità. Le istituzioni, in sé, devo avere una sacralità, un’autorevolezza che non va demolita. Diciamo che le istituzioni e la politica devono tornare all’autorevolezza che avevano un tempo, così da infondere fiducia nei cittadini”.
Maresca ed il vescovo Spinillo (giunto in ritardo perché impegnato in un incontro nella sala consiliare del Comune di San Marcellino), hanno dunque spiegato ai tanti giovani il perché della tutela della natura. Lo hanno fatto a Lusciano, nel pieno dell’agro aversano, Terra di fuochi ma anche di battaglie contro possibili, ulteriori pericoli per la salute di un territorio che ha già sofferto in passato le conseguenze di una gestione dei rifiuti inadeguata, che ha lasciato ferite profonde e danni ambientali di difficile risanamento.
Ed ora ciò che preoccupa i residenti dell’Aversano è la possibile realizzazione di un biodigestore.
Solo 7 giorni fa, per la seconda volta, la conferenza dei servizi per la realizzazione del biodigestore di Gricignano d’Aversa si è chiusa con il parere negativo dell’Asi di Caserta. Un’ulteriore battuta d’arresto alla Edison Next Environment (subentrata ad “Ambyenta Campania” per la realizzazione dell’impianto di biometano da Forsu). Il progetto, infatti, non risulterebbe rispondente all’attuale pianificazione regionale (Prgu) e alla connessa pianificazione d’ambito per la gestione integrata dei rifiuti urbani della Provincia di Caserta, che non contempla interventi di realizzazione di nuovi impianti. Il progetto di un biodigestore con una capacità di trattamento fino a 100mila tonnellate di frazione organica dei Rifiuti solidi urbani (Forsu) appare, infatti, del tutto incongruo rispetto alle effettive esigenze della zona. (r.s.)