Cinque anni fa ha avuto luogo la tragedia di Rigopiano, la valanga che il 18 gennaio 2017 sulla montagna abruzzese travolse il resort di Farindola in provincia di Pescara lasciando senza vita sotto le macerie 29 persone.
In programma oggi numerose manifestazioni in ricordo delle vittime: una fiaccolata, alzabandiera, deposizione fiori ed una messa. Prosegue anche la macchina della giustizia, che nonostante ciò va molto a rilento: una tragedia che ha ancora molti punti oscuri da chiarire, con il processo dei 30 imputati che in realtà non è mai decollato. Ventinove imputati su trenta hanno infatti chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato. L’avvio della discussione è legato al deposito della perizia disposta dal gup del Tribunale di Pescara su alcuni aspetti fondamentali riguardanti le possibili cause di innesco della valanga, i tempi di verificazione, l’entità e i suoi effetti sul territorio. E’ stata richiesta una proroga di 90 giorni per il processo che doveva quindi iniziare nel corrente mese di gennaio ma il 28 gennaio dovrebbe arrivare la decisione del gup se rinviare a giudizio, come chiesto dall’accusa, o prosciogliere l’ex sindaco di Farindola, Antonio De Vico, unico imputato ad aver scelto il rito ordinario.