Centrodestra, se non applica l’etica e non fa liste pulite, parte con il piede sbagliato

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L’EDITORIALE di Antonio Arricale – Nella corsa alle elezioni regionali qualcuno sta perdendo la bussola. Se non la testa. Di sicuro lo scorno.

Infatti, la Riconquista – come direbbero gli spagnoli – di Palazzo Santa Lucia, la smania cioè di tornare ad occupare, dopo due lustri, la stanza dei bottoni del maggiore ente politico territoriale della Campania, sta facendo perdere di vista uno degli aspetti fondamentali della politica: l’etica.

D’accordo: “la politica è sangue e merda”, come disse una volta l’ex ministro socialista Rino Formica – nel senso, cioè, che alla passione politica si accompagnano, spesso, colpi bassi al limite del lecito, inferti agli avversari o dagli stessi subiti, manovre oscure e sgambetti borderline e, più in generale, ricerca del consenso e del compromesso che non tutti sono disposti a comprendere – ma qui si sta travalicando ogni limite della decenza.

Sull’etica no, sulla necessità oltre che di essere, apparire seri e responsabili, e onesti agli occhi dell’opinione pubblica, no, non si può né si deve transigere.

I fatti di cronaca di questi giorni, ma più in generale, dell’ultimo anno, un po’ ovunque in Campania, ci stanno proponendo una classe politica regionale non sempre all’altezza del compito che è chiamata a svolgere, ma addirittura non degna di partecipare al consorzio umano, prima ancora che al campo della politica.

E questo – dispiace dirlo – sta avvenendo soprattutto nel centro destra, che pure della probità, dell’onestà, della serietà da sempre va menando vanto.

Ora, le voci che circolano nei retrobottega di questi partiti – tutti, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega, nessuno escluso – parlano di giri di valzer di personaggi politici improbabili, discussi e discutibili. Si vocifera, infatti, di una campagna acquisti che non disdegna di imbarcare, ciascuno nel proprio partito, inquisiti, consiglieri regionali indagati oltre che proveniente dal campo opposto, esponenti vicino agli ambienti della camorra e, forse, essi stessi lambiti dal sospetto di appartenere a cosche o famiglie camorriste.

Voci ed indiscrezioni che fanno rabbrividire, oltre che ribollire il sangue nelle vene. Se questo è il centro destra, se questa è la “nouvelle vague” della politica in Campania, si parte davvero con il piede sbagliato.

Anche perché, si badi bene, la difficoltà non sta tanto nell’impossessarsi del potere, quanto di gestirlo e conservarlo per un periodo congruo, tale da imprimere una svolta più o meno positiva, dal proprio punto di vista, nella prassi politica.

Un obiettivo, questo, che sarà difficilmente raggiungibile se ci si contorna di indagati, avventurieri, mercenari disposti a continui cambi di casacca, affaristi e – diciamola tutta – gentaglia di varia risma.

Dunque, ai politici del centro destra verrebbe oggettivamente da suggerire: rinsavite, prima che sia troppo tardi. Prima, cioè, che essere bocciate dal voto popolare le vostre liste possano essere ricusate dall’indignazione della gente perbene.