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N-Style - page 23

Lo stile inconfondibile di notix, diventato ormai un cult: inchieste, interviste, vignette, gossip, esclusive, ah,saperlo!....

Lusciano, capitale della speculazione edilizia: una storia di colate di cemento e colpevoli silenzi

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LA STORIA DI P.M. – Lusciano è il paese, forse, con il più alto tasso di speculazione edilizia in Italia. Una vicenda che inizia nel lontano 1999, con l’approvazione del Piano di Edilizia Economica e Popolare (PEEP) trasformato subito in residenziale, andando ben oltre le intenzioni iniziali. E già allora si parlava di irregolarità e speculazioni su terreni, alcuni dei quali appartenenti all’ASL e ad oggi non ancora pagati.

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ANTEPRIMA / Delirio di onnipotenza di Magliocca: vuole insediare un fantoccio al vertice della Provincia

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LA STORIA (AA) – Giorgio Magliocca non molla la presa del potere. In un delirio di onnipotenza, vuole azzerare tutte le cariche della Provincia per assicurarsi il controllo dell’Ente anche per il futuro. Il meccanismo che vuole adottare è sottile, da mente raffinata e avvezza al potere. Quasi mefistofelico, concertato – è facile ritenere – con il consigliere regionale Giovanni Zannini.

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Corruzione al Comune di Teverola: 8 misure cautelari. Ai domiciliari politici, imprenditori e tecnici. IL VIDEO

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TEVEROLA – Sono scattate stamattina le otto misure cautelari per l’inchiesta sulla presunta corruzione all’ufficio tecnico di Teverola relativa alla lottizzazione Schiavone. I carabinieri hanno dato esecuzione ai provvedimenti firmati dal gip Daniele Grunieri su richiesta della Procura di Napoli Nord.

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Maddaloni, il sindaco De Filippo trasloca in Forza Italia trascinandosi dietro quattro assessori e altrettanti consiglieri

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MADDALONI – di Antonio Sanfelice – Il sindaco di Maddaloni, Andrea De Filippo e gli assessori Antonio De Rosa, Caterina Ventrone, Claudio Marone e Francesco Capuozzo passano con Forza Italia. Non solo, si portano dietro an che un bel gruppetto di quattro consiglieri comunali: Salvatore Liccardo, Salvatore Mataluna, Gaetano Nuzzo e Domenico Siviero.

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Ad Arienzo in arrivo la commissione di accesso: nel mirino Guida, braccio destro di Magliocca e coordinatore provinciale di Forza Italia

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CASERTA di Antonio Sanfelice – L’inchiesta si allarga, le maglie della rete si stringono. Le voci circolano con insistenza. Secondo fonti riservate, ma molto attendibili, il prossimo a cadere sarebbe il comune di Arienzo. Il sindaco Giuseppe Guida, infatti, potrebbe non avere il tempo di schiacciare l’interruttore per accendere le luminarie che sta facendo predisporre per allietare le prossime festività natalizie nella ridente cittadina dell’est casertano. Il compito, infatti, potrebbe essere surrogato dal presidente della Commissione di accesso, che potrebbe insediarsi già prima di Natale.
In questa sorte beffarda, peraltro, il comune di Arienzo – cui tutti riconoscono un salto di decoro notevole in questi ultimi anni – sarebbe in buona compagnia con altri due comuni della provincia: San Marcellino e San Cipriano d’Aversa. Di questi due ultimi comuni, peraltro – come anticipato sempre da Notix.it – la voce circola con insistenza già da alcune settimane.
Inutile aggiungere, inoltre, che analoga commissione di accesso, con le stesse finalità – quelle cioè di verificare, alla luce degli sviluppi delle recenti inchieste giudiziarie, se gli atti amministrativi risultino inquinati da pressioni esterne – è intanto al lavoro anche presso il comune capoluogo. E qui, anzi, le conclusioni – ovviamente coperte dal massimo riserbo – starebbero per essere messe nero su bianco dai commissari.
Ma torniamo al comune di Arienzo. Nella ridda di voci che con insistenza si alternano vengono ripresi fatti già passati – per così dire – agli onori della cronaca. Anche se, preminente, sarebbero quelli riconducibili alla gestione di appalti e di assunzioni – secondo le indiscrezioni raccolte – in un qualche modo pilotate dai politici. Aspetti, questi ultimi, che sarebbero anche i nuovi filoni dell’indagine attivata a 360 gradi dalla magistratura di Santa Maria Capua Vetere (i pm Gerardina Cozzolino, Giacomo Urbano, Ida Maria Capone, coordinati dal procuratore Pierpaolo Bruni e dal procuratore aggiunto Carmine Renzulli) e che ruota intorno o è immediatamente riconducibile a quello che la stampa ha definito “sistema di potere” in provincia di Caserta. Nel cui filone, peraltro, si ascrivono le azioni di perquisizioni delle abitazioni e degli uffici di politici (il consigliere regionale Giovanni Zannini, il presidente della Provincia Giorgio Magliocca) assessori, imprenditori, dirigenti e funzionari comunali.
Sistema di potere cui, in maniera diretta o indiretta, non sarebbe del tutto estraneo anche il sindaco di Arienzo, Giuseppe Guida, il quale peraltro è anche consigliere provinciale oltre che, nella qualità di segretario provinciale di Forza Italia, anche capo politico – per così dire – del presidente della Provincia Magliocca. Entrambi, inoltre, referenti di Fulvio Martusciello per la provincia di Caserta, ma prima ancora amici del consigliere regionale Giovanni Zannini, con il quale le politiche della Provincia, intesa come ente, venivano congiuntamente definite.
Sotto la lente di ingrandimento della magistratura, insomma, sarebbero i percorsi amministrativi seguiti da Guida per fare alcune assunzioni (in questo caso, ci sarebbe un filo diretto tra il Comune di Arienzo e quello di Pignataro Maggiore) oltre a gare d’appalto, in questo caso svolte dal sindaco Guida sia a livello locale, che da presidente dell’Agis, l’agenzia che si occupa degli impianti sportivi della Provincia. Agis da cui Guida, però, si dimise lo scorso anno e di cui ora – è appena il caso di ricordare – è presidente Emiliano Casale, fino ad agosto scorso vice sindaco di Caserta, insediato con il placet di Zannini.

De Luca e le leggi fatte a misura della sua bulimia di potere

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L’EDITORIALE di ANTONIO ARRICALE – Siamo tutti necessari, ma nessuno è indispensabile. È la prima regola che ti insegnano ad una scuola di management. In verità, l’adagio lo insegnavano già i nostri vecchi, senza aver necessariamente fatto scuole alte. Poi, però, complice anche il solipsismo smoderato indotto dalla tecnologia (cellulari, social e quant’altro) se n’è perso traccia. Anche nella memoria di chi, per ragioni anagrafiche, con l’invito alla moderazione, se lo sarà sentito ripetere chissà quante volte. Ma, come si dice: non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
E tra questi è sicuramente il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, 75 anni suonati, che però è affetto – come si sa – da bulimia di potere. E lo svolgimento dei lavori del Consiglio regionale di ieri ce ne ha dato l’ennesima conferma.
Lo Sceriffo – mai appellativo fu più azzeccato – non solo s’è fatto approvare una legge “ad personam”, ma si è fatta modificare – a misura di sé medesimo, anzi, del proprio iper ego – anche la legge regionale elettorale. Il particolare è sfuggito nell’immediato, ma emerge in tutta evidenza ad una riflessione più pacata degli eventi.
Procediamo con ordine. Partiamo dal terzo mandato concepito, appunto, unicamente a misura di De Luca dai legislatori regionali. La possibilità di candidarsi per la terza volta, infatti, non è data a tutti i cittadini che aspirino a guidare la Regione. La norma nasce e muore con De Luca. Anzi, solo per De Luca. Una volta pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione Campania, trascorsi quindici giorni rinvia – ex nunc – all’applicazione della legge nazionale che, dunque, impone il limite inderogabile di due mandati consecutivi. Agli altri.
Ma la smisurata considerazione di sé stesso emerge, per De Luca, anche con le modifiche apportate alla legge elettorale regionale. La quale, per cominciare, ha eliminato il limite al premio di maggioranza che prima era fissato al 65%, giusto per non ridurre il diritto di tribuna ai partiti minoritari. Insomma, deve essere stato questo il ragionamento dello Sceriffo: “Prenderò talmente tanti voti che non è giusto limitarmi anche il numero dei consiglieri che con me saranno eletti”. Ragionamento, peraltro, che fa il paio con l’abbassamento della soglia di sbarramento al 2,5% delle liste, anche se sono di coalizione. Liste cosiddette civiche, che rappresentano da sempre l’atout vincente che – a parere dell’attuale presidente – lo porterà nuovamente a Palazzo Santa Lucia. (Ma su quello delle liste apparentate e sul loro portato “criminogeno” torneremo, magari, in un prossimo articolo).
Come se non bastasse, poi, la nuova norma elettorale ha introdotto anche il concetto della conservazione della carica. Viene prevista, infatti, la figura del consigliere supplente. Nel senso che, se un consigliere eletto ambisce poi a diventare assessore e dovesse, in itinere, stufarsi di rivestire questa carica (o costretto a lasciare per altri accidenti) può rientrare tranquillamente tra i banchi del Consiglio. E, dunque, conserva carica, privilegi e appannaggio.
Infine, il legislatore regionale ha pensato bene di estendere l’ineleggibilità dei sindaci campani anche ai primi cittadini dei piccoli comuni (quelli con meno di 5 mila abitanti). A meno che si dimettano tre mesi prima della data delle elezioni regionali. In questo caso, c’è stata una levata di scudi – peraltro un tantino fuori luogo, penso – da parte dell’Anci Campania, l’associazione dei comuni. La quale, assecondando la visione della maggioranza consiliare, nelle sue rivendicazioni non si capisce perché non abbia anche preteso l’inserimento – così come hanno fatto per sé stessi i consiglieri regionali – dell’istituto del sindaco supplente.
Ovviamente, è una boutade. Che non ci impedisce, tuttavia, di concludere con una riflessione.
A informare l’azione legislativa di De Luca e dei suoi consiglieri regionali non è stata – mi pare – minimamente avvertita l’esigenza di rispetto che pure si dovrebbe agli elettori. Il tutto, infatti, è avvenuto quasi furtivamente, con un colpo di mano, in assenza del benché minimo confronto con e tra le forze politiche che pure rappresentano la restante parte dei cittadini che ancora si recano alle urne.
E che, forse, anche per questo continueranno a tenersene lontani.

Il gioco degli inganni che non piace a Schlein: Sarà Fico il prossimo candidato del Pd

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L’EDITORIALE di ANTONIO ARRICALE – I retroscenisti di vicende politiche raccontano di un accordo sotterraneo con Roma, intervenuto sul tardi di ieri sera, con riferimento al voto insurrezionale che i consiglieri regionali del Pd hanno avuto in Consiglio, stamane, votando sia la norma che nei fatti dà il via libera al terzo mandato di De Luca, e sia l’approvazione delle modifiche alla legge elettorale regionale.

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