“Firmata la convenzione tra Soprintendenza ai BB. CC. AA di Catania, Comune di Mascali e Archeoclub d’Italia, sede comprensoriale area ionico-etnea, per indagini archeologiche. La convenzione prevede lo sviluppo di un programma di ricerche nel territorio di Mascali , con particolare attenzione per l’area di Nunziata. I lavori prevedono indagini preventive con il geo radar a cura dell’INGV, saggi stratigrafici, redazione di una carta archeologica, intensa attività di divulgazione degli esiti delle ricerche e forme di valorizzazione del patrimonio storico culturale del territorio. Ringraziamo il sindaco di Mascali, Luigi Messina e la Soprintendente Donatella Aprile”. Lo ha affermato in una nota stampa Maria Rosaria Grasso, Presidente Archeoclub D’Italia sede di Giarre, in Sicilia.
Basilica paleocristiana con pavimenti musivi del V secolo d.C. “Il borgo di Nunziata, adagiato sulle pendici etnee, affacciato sul mare Ionio e incorniciato dall’Etna e dalle sue sciare antiche e recenti, conserva infatti una piccola Basilica paleocristiana monoabsidata. Al suo interno pavimenti musivi policromi di ottima fattura di V/ Vi d. C, che trovano confronti con il mondo macedone e pugliese. Il mosaico dell’abside presenta al centro una coppia di pavoni – ha continuato Maria Rosaria Grasso – due cespi di girali con foglie d’acanto e una coppia di cerbiatti, disposti simmetricamente rispetto ad un elemento centrale, oggi non più visibile, ma identificabile con un un kantharos o una fontana, sorgente di Vita e simbolo del cosmo o del paradiso terrestre. Il secondo mosaico, integro, di forma rettangolare e inscritto nel recinto della navata centrale, presenta una fascia esterna decorata da cerchi annodati con all’interno volatili, pesci e. ai quattro angoli, Kantharoi. Lo spazio musivo interno, partito secondo una schema rigorosamente geometrico, presenta invece soggetti marini (una conchiglia dalla quale si ricavava il bisso, polpi, pesci, seppie ecc)e volatili, che alludono all’onnipotenza di Dio sul creato
Accanto, una chiesa medievale d’impianto normanno, dedicata a Santa Maria Annunziata, nella cui abside troneggia il Cristo Pantocratore benedicente all’interno di una mandorla, o vesica piscis che dir si voglia, intersezione di due cerchi che rappresentano l’umano e il divino e, pertanto, simbolo della centralità di Cristo come mediatore fra i due mondi. La mandorla è sorretta da quattro angeli, due in alto alati ed inginocchiati, due in basso a mezzo busto. Alle estremità dell’abside sopravvivono altri due frammenti di affresco . Sul lato sinistro la testa nimbata di un santo, sul destro la madre di Dio con Bambino con nimbo crucigeno secondo lo schema della Theotòkos Glykophilousa (Madre di Dio dal Dolce abbraccio). La scena rappresentava forse una processione di santi o apostoli che si accingevano ad adorare la Madonna con Bambino all’estrema destra. Altri frammenti di pitture sono stati rinvenuti, durante i restauri, anche sulla parete meridionale, e fanno ipotizzare la presenza di un programma iconografico esteso a tutta la chiesa”.
Trovate tracce di insediamenti ancora più antichi ed anche sepolture. “Intorno a questo complesso religioso sono state trovate molte tracce di insediamenti ancora più antichi e parecchie sepolture. Va detto che il territorio potrebbe essere stato parte dei possedimenti siciliani di Papa Gregorio Magno, ipotesi che ne accresce il fascino storico. Le indagini saranno programmate e dirette dalla Soprintendenza – ha concluso la Presidente Grasso – cui compete per legge la tutela archeologica del territorio, mentre, il Comune si impegna a mettere a disposizione autorizzazioni e quanto risulta necessario in termini di risorse umane e strumentali . Le attività saranno concretamente svolte dai soci della sede Archeoclub area ionico-etnea, che da molti anni svolge attività di valorizzazione e divulgazione nel territorio, anche nell’ambito di campagne nazionali Archeoclub, quali Chiese Aperte e Giornate Europee dell’Archeologia”.
Archeoclub D’Italia è su tutto il territorio nazionale. “Siamo dinanzi alla testimonianza concreta dell’impegno costante di Archeoclub D’Italia, a tutela del Patrimonio culturale italiano – ha affermato Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia – con 200 sedi, 5000 soci, su tutto il territorio nazionale. In più punti d’Italia Archeoclub gestisce musei e siti archeologici di notevole importanza, aperti al pubblico. Siamo dinanzi ad uno degli esempi di cooperazione tra pubblico e privato, dove associazioni come Archeoclub D’Italia, rappresentano un valido punto di riferimento per una collaborazione attiva”.