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Caso Zannini. Ecco chi è Postiglione, manager di De Luca accusato di concussione

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SANTA MARIA CAPUA VETERE/MONDRAGONE Antonio Postiglione, 68enne di Ischia, guida la direzione generale ‘Tutela della salute e coordinamento della Ssr della Campania’. Prima di questo incarico, era stato nominato dal presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, a capo dell’Asl di Salerno.

Avvocato molto conosciuto, Postiglione ha ricoperto vari incarichi sull’isola verde, come una parentesi da commissario straordinario presso l’Azienda Autonoma di Cura, soggiorno e Turismo di Ischia e Procida. Una lunga carriera da dirigente che ha avuto il suo apice proprio con De Luca che nel dicembre del 2015 per l’amico Nino “creò” questo nuovo ufficio regionale che, nello specifico, dovrebbe avere un ruolo di raccordo con le competenti strutture amministrative della Regione Campania e di attività ispettiva su atti e fatti di gestione in materia sanitaria e socio-sanitaria, attraverso verifiche e sopralluoghi nei confronti delle Aziende del Servizio sanitario regionale ed ospedaliere, degli Istituti di ricerca e cura a carattere scientifico pubblici e privati, delle Aziende universitarie ospedaliere, dell’Istituto Zooprofilattico e degli enti pubblici e privati accreditati.

L’Ufficio diretto da Postiglione provvede, tra l’altro, ad accertamenti mirati per regolare il funzionamento delle strutture pubbliche e private, ospedaliere e ambulatoriali, con riguardo alla completa e proficua utilizzazione dei mezzi impiegati e del personale ad essi addetto; verificare gli ambienti ospedalieri e la qualità delle prestazioni e dei servizi erogati ai cittadini; regolare svolgimento ed esecuzione degli appalti; controllore l’appropriatezza delle prestazioni e dei servizi resi, sui ricoveri e sulle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale. E tanto, tanto altro ancora.

Insomma, un carico di impegni e di peso notevole per Postiglione che, però, ha trovato anche il modo di farsi portavoce del consigliere regionale Giovanni Zannini, abusando entrambi dei loro titoli e del loro potere, per “defenestare” l’ormai ex direttore sanitario dell’Asl di Caserta, Enzo Iodice. Quest’ultimo fu costretto a dimettersi nel dicembre del 2023, dopo aver subito per lungo tempo le pressioni del politico mondragonese che avrebbe tentato, stando all’impianto accusatorio della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, attraverso Iodice, di far passare proprie “segnalazioni e raccomandazioni” nell’Azienda sanitaria casertana.

Zannini però, scrivono i pm Gerardina Cozzolino e Giacomo Urbano, trovò in Iodice un ostacolo alle proprie “manovre” e per questo avrebbe chiesto l’intervento dell’amico di De Luca; Antonio Postiglione, per l’appunto.

Postiglione, dunque, il 18 settembre del 2023, ovvero il giorno prima delle formali dimissioni di Enzo Iodice (19/09/2023), su “mandato” di Zannini impose all’ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere ed ex segretario provinciale del Pd, Iodice, di accettare l’incarico di direttore sanitario dell’ospedale San Pio di Benevento, oppure di dimettersi. Il giorno dopo, Iodice si dimise.

Questo l’episodio trascritto dai magistrati sammaritani, per il quale sia Zannini che Postiglione risultano indagati per concussione. Il consigliere regionale è, accusato, invece, anche di corruzione, ipotesi di reato che i pm hanno avanzato nei suoi confronti per i casi Campoli e Griffo.

L’indagine giudiziaria che ha travolto Giovanni Zannini e che vede co-indagati altri cinque imprenditori e Antonio Postiglione, si è dipanata sui tre filoni Iodice-Campoli-Griffo e lo scorso 3 ottobre ha visto i carabinieri di Aversa passare al setaccio abitazioni e uffici dei 7 indagati e di coloro che, pur essendo coinvolti nell’inchiesta, non risultano al momento iscritti nel registro degli indagati.

Perquisizioni che hanno comportato il sequestro di documenti, pc e smartphone ed anche di ben 545mila euro di contanti, distribuiti tra i diversi immobili passati al setaccio dai militari normanni. Zannini, che avvalendosi della facoltà di non rispondere ha presentato ricorso al Riesame per ottenere il dissequestro di quanto requisitogli in quella giornata di perquisizioni, ed il suo amico e compare di nozze Alfredo Campoli sono già passati in Procura (anche Campoli si è avvalso della facoltà di non rispondere), facendo però “scena muta”, mentre ora si attendono gli esiti degli interrogatori degli altri 5 indagati, tra cui gli imprenditori Paoli e Luigi Griffo e del dirigente regionale Antonio Postiglione.

Nelle foto Vincenzo De Luca, Antonio Postiglione e Giovanni Zannini

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