Il fascicolo di indagine nasce dall’esposto presentato da Azienda Zero, il braccio operativo della Regione guidata da Luca Zaia, dopo le critiche del microbiologo sui test antigenici rapidi usati in Veneto. “È dai tempi dell’inquisizione contro Galileo che non si impugna il lavoro di un ricercatore” – commenta lo scienziato.
E’ ormai notizia di qualche giorno che l’accusa a Crisanti è seguita ad una segnalazione di Azienda Zero, braccio operativo della Regione Veneto, che risponde così alle critiche espresse dal professore in merito all’utilizzo dei tamponi rapidi da lui giudicati non attendibili. Secondo l’azienda, questa affermazione getta discredito sulla sanità veneta. “È dai tempi dell’inquisizione contro Galileo che non si impugna il lavoro di un ricercatore – commenta il microbiologo – Se andranno avanti si renderanno ridicoli davanti alla comunità scientifica internazionale”.
L’ipotesi è se i tamponi rapidi possano aver dato una percentuale di falsi negativi più alta di quella promessa, favorendo la circolazione, soprattutto nelle Rsa, di sanitari e personale che in realtà potevano non essere negativi al virus.