CASERTA – Antonio Sanfelice – Una donna non si dovrebbe picchiare neanche con un fiore, si diceva un tempo, arrivare invece a rovesciarle addosso addirittura la scrivania dell’ufficio è decisamente troppo. Accade nel Palazzo della Provincia di Caserta, ai piani alti, quelli che contano.
La lite tra due funzionari di alto livello, peraltro, il primo, un maschio energumeno di almeno 150 chili e la seconda una donna poteva finire male, molto male. Ma per il momento non sembra esserci nemmeno una denuncia. Una lite che non è per futili motivi, ma per interesse, per vile moneta: un incentivo economico che sullo stipendio si traduce, infine, in poche centinaia di euro. Secondo alcuni testimoni non si sarebbe arrivati alle mani, ma chi ha avuto modo di entrare nei luoghi del delitto – si scherza, naturalmente – testimonia non di un ufficio semplicemente messo a soqquadro, ma di un disastroso campo di battaglia: scrivania rovesciata, suppellettili volate dappertutto, fogli che sono volati via unitamente a parole grosse tra i due.
Ecco, i due: Antonio Bevilacqua, l’aggressore, funzionario superprotetto – dicono le malelingue – dal dirigente Gerardo Palmieri che, a sua volta è superprotetto dal presidente Giorgio Magliocca; di fronte, invece, c’è Teresa Ricciardiello, architetto, responsabile del Settore Ambiente, che fa capo all’altro dirigente, Giovanni Solino, ex segretario della Cgil interna, che a sua volta fa capo al consigliere regionale Giovanni Zannini. Una storia che, raccontata così, potrebbe peraltro prefigurare anche il possibile scenario di rottura tra i sodali Giorgio Magliocca e il consigliere regionale una volta che gli interessi politici dei due dovessero cominciare a divergere.
Ma restiamo ai fatti. Anzi, all’antefatto. Teresa Ricciardiello non avrebbe inserito Antonio Bevilacqua tra i fortunati di un gruppo di lavoro e, dunque, lo avrebbe escluso dal conseguente incentivo. E qui, sui progetti finalizzati e sui soldi percepiti più o meno giustamente dai partecipanti si potrebbe aprire un mondo di polemiche. Ma transeat. Gerardo Palmieri, dunque, che un po’ per la stazza, ma soprattutto per le protezioni di cui gode, ha un portamento da padrone della masseria, alla notizia dell’esclusione va in escandescenza. La poveretta cerca di giustificarsi dicendo di essersi limitata ad applicare le direttive del dirigente di riferimento, vale a dire, di Giovanni Solino, particolare questo che fa ancor più infuriare Bevilacqua. Il quale, infatti, esce dai gangheri e comincia a far volare le cose e praticamente a distruggere l’ufficio. La Ricciardiello, temendo il peggio, resta impietrita in un angolo e si abbandona ad un pianto dirotto. Il baccano si sente ovunque, dagli uffici dei cinque piani i dipendenti si accalcano nei corridoi, i più temerari si spingono ai piani alti dove constatano il passaggio della furia di Bevilacqua.
Alcuni provano a chiamare i carabinieri, ma vengono fatti desistere. Al momento, infatti, non risultano denunce depositate. Così come non risultano provvedimenti disciplinari per nessuno dei due dipendenti da parte dei dirigenti molto chiacchierati in tutti gli ambienti Gerardo Palmieri e Giovanni Solino.