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Caos Scuola: aumenta divario tra Nord e Sud Italia

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A seguito dell’approvazione del nuovo decreto che ha visto gli studenti delle regioni settentrionali ritornare in classe molto più spesso dei loro compagni del Sud. A renderlo noto è stato il Miur, tramite una ricerca di Save the Children. E la differenza è aggravata dal fatto che il 34% dei ragazzi con famiglie prive di adeguati dispositivi informatici (secondo Svimez) risiede proprio nel Meridione.

Aumenta ancora dunque il divario tra Nord e Sud che pesa anche a scuola: nell’ultimo anno gli studenti del Meridione hanno frequentato in classe meno della metà del tempo dei loro compagni di Roma, Firenze o Milano. Anche la Dad è un problema e lo denuncia Svimez (l’associazione per lo Sviluppo del Mezzogiorno), perché nelle regioni del Sud molti ragazzi sono sprovvisti di tablet e pc per seguire adeguatamente le lezioni a distanza.

Gli studenti delle superiori di Napoli hanno potuto frequentare in classe soltanto 31 giorni sui 134 previsti dal calendario. Una situazione analoga a tante città del Sud, a causa dei Dpcm e delle ordinanze regionali: 58 giorni su 134 a Bari, 45 su 134 a Reggio Calabria. Numeri ben lontani da quelli delle città del Nord e del Centro: gli studenti delle scuole superiori di Milano hanno potuto frequentare 71 giorni su 145, quelli di Roma 97 su 145, quelli di Firenze 98 su 143.

Una differenza che riguarda le scuole di ogni ordine e grado, dai 67 giorni su 134 alle elementari di Napoli, ai 124 su 145 alle elementari di Milano. Un divario che si traduce inevitabilmente in un divario formativo, perché le lezioni in Dad non possono essere equiparate a quelle in presenza. Il problema riguarda anche le situazioni lavorative ed economiche delle famiglie, che al Sud si sono trovate più spesso a dover badare ai figli in casa. Le scuole dell’infanzia di Bari hanno potuto accogliere i bambini solo per 66 giorni su 144, contro i 143 su 143 di Firenze.

Il divario scolastico è aggravato da quello tecnologico: l’associazione per lo sviluppo tecnologico Svimez ha denunciato che vive al Sud il 34% dei ragazzi con famiglie prive di adeguati dispositivi informatici indispensabili anche per seguire le lezioni a distanza. “Il rischio è che un terzo dei ragazzi italiani venga escluso dal percorso formativo a distanza – spiega lo Svimez – con conseguenze rilevanti nei prossimi anni sui tassi di dispersione scolastica”.A seguito dell’approvazione del nuovo decreto che ha visto gli studenti delle regioni settentrionali ritornare in classe molto più spesso dei loro compagni del Sud. A renderlo noto è stato il Miur, tramite una ricerca di Save the Children. E la differenza è aggravata dal fatto che il 34% dei ragazzi con famiglie prive di adeguati dispositivi informatici (secondo Svimez) risiede proprio nel Meridione

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