Un pugno di ferro del Governatore della Campania Vincenzo De Luca, e che ha l’obiettivo di limitare la diffusione del coronavirus a suon di ordinanze. Il presidente della Campania ha deciso di rendere il Green Pass obbligatorio da subito per i rientri nella sua regione, inasprendo le attuali misure restrittive.
L’ordinanza è entrata in vigore il giorno 22 luglio e sarà attiva fino al 31 agosto. Una misura restrittiva che ha imposto a tutti i passeggeri in arrivo all’aeroporto internazionale di Napoli di esibire il Green Pass o mostrare l’esito negativo di un tampone. Nello specifico il provvedimento riguarderà tutti coloro che rientrano o hanno soggiornato nei 14 giorni precedenti in:
- tutti gli Stati dell’Unione europea;
- Principato di Monaco;
- Andorra;
- Svizzera;
- Islanda;
- Norvegia;
- Lichtenstein;
- Israele;
- Giappone;
- Canada;
- Stati Uniti.
Nell’ordinanza si legge anche che presso l’Aeroporto Internazionale di Napoli saranno disposti dei “presidi per il controllo con personale dedicato e per la somministrazione di test molecolare o antigenico, da effettuarsi per mezzo di tampone, ai soggetti eventualmente sprovvisti di idonea certificazione”.
In sostanza per rientrare in Campania bisognerà:
- esibire la Certificazione Verde Covid, che appunto attesta l’avvenuta vaccinazione. Inoltre i turisti in questione possono anche attestare di essere guariti dal Covid o di essersi sottoposti al tampone antigenico o molecolare;
- In mancanza di certificazione, invece, i turisti campani dovranno sottoporsi al test molecolare o antigenico con il tampone, come imposto dalle direttive riportate nell’ordinanza;
- Infine si dovrà osservare ogni eventuale obbligo in conseguenza all’esito del tampone effettuato.
Non c’è da sorprendersi poiché, nonostante la revisione dei criteri per le zone gialle, la Campania rientra tra le regioni che rischiano di più, anche se le cifre sono ancora ben lontane dal passaggio di fascia. Negli ultimi giorni, tuttavia, nella regione è stato registrato il più alto numero di contagi delle ultime settimane, che ha toccato quota 292 a fronte di 9.192 tamponi, con un indice di positività al 3,18%. Proprio per questo motivo è stato necessario intervenire al fine di non ricorrere a misure più restrittive a causa della pressione sugli ospedali.