CAiVANO – Tredici condanne e 110 anni di carcere sono stati chiesti dai pubblici ministeri Francesca De Renzis e Giorgia De Ponte della Dda di Napoli al termine della requisitoria nel procedimento sul malaffare a Caivano prima che arrivasse la Commissione di accesso.
Le pm hanno chiesto la condanna a 18 anni per il boss Antonio Angelino, 6 anni per l’ex assessore Carmine Peluso (nella foto), 10 anni per Raffaele Lionelli che aveva il compito di nascondere armi, fare estorsioni e pagare le famiglie dei detenuti; 12 anni e 8mila euro di multa al tecnico comunale Martino Pezzella, 6 anni e otto mesi a Massimo Volpicelli ex fedelissimo del boss ora pentito, 10 anni al consigliere comunale di Italia viva Giovan Battista Alibrico, che faceva da intermediario tra camorristi e imprenditori; 5 anni a Raffaele Bervicato ex luogotenente di Angelino pentito, 6 anni e 8 mesi a Domenico Dal Piero e 6mila euro di multa,.15 anni a Domenico Cipolletti più 10mila euro di multa. Chieste le condanne anche per gli imprenditori 4 anni e 8 mesi per Domenico Della Gatta, 6 anni per Domenico Celiento, 4 anni per Vincenzo Celiento, 6 anni e 8 mesi per Angelo Natale. La vicenda giudiziaria è un reticolo inestricabile di affari tra camorristi, amministratori pubblici, imprenditori che contrattavano con i boss e brigavano con i politici per le gare pubbliche da truccare, che poi pagavano le estorsioni al clan, politici che facevano da tramite tra boss e imprenditori. Una perfetta osmosi tra impresa, politica e criminalità organizzata. Questo è il contesto prima del blitz dei carabinieri del 10 ottobre dell’ anno scorso. il procedimento che si celebra col giudizio abbreviato è stato rinviato per le discussioni della difesa. Sono costituiti parte civile l’ associazione antiracket, rappresenta dall’ avvocato Gerardo Tommasone e il Comune di Caivano. Gli altri imputati hanno scelto il processo ordinario che inizia il prossimo 10 gennaio.
Giovanni Maria Mascia