The Burmese army today cracked down on protests against the coup, killing at least one protester, according to a witness. This happened near the capital Naypyidaw, where opponents had staged a peaceful protest on motorbikes in the afternoon, displaying the three-finger salute, a symbol of resistance.
Police and soldiers opened fire and a 50-year-old protester was arrested and killed, a witness told Afp.
“The police pinned him down on both sides, then a soldier shot him in the back,” a 27-year-old protester reported, adding that security forces took the body away. “We only made a sign with our hands, while they had weapons to kill us,” he said. “I want to deliver a message to the Asean leaders,” the opponent added, “that they should not support the military junta”.
In his first trip abroad since the coup, the head of the Burmese junta, Burmese General Min Aung Hlaing, today attended a meeting in Jakarta with leaders of the Association of Southeast Asian Nations (Asean), an invitation that protesters in Burma did not welcome.
Since the military coup on 1 February, repression has left more than 700 people dead in Burma. Two people had been killed on Friday evening in the southern town of Thaton in an exchange of gunfire between the army and the rebel Karen National Union (KNU) movement, a resident told Afp.
Birmania, esercito reprime manifestazioni
L’esercito birmano ha represso anche oggi con la forza le proteste che continuano in tutto il Paese contro il colpo di Stato uccidendo almeno un manifestante, secondo un testimone. E’ accaduto vicino alla capitale Naypyidaw dove gli oppositori avevano improvvisato nel pomeriggio una protesta pacifica in sella alle motociclette esibendo il saluto a tre dita unite simbolo della resistenza.
Polizia e soldati hanno aperto il fuoco e un manifestante di 50 anni è stato arrestato e ucciso, ha detto un testimone all’Afp.
“La polizia lo ha immobilizzato su entrambi i lati, poi un soldato gli ha sparato alla schiena”, ha riferito un manifestante di 27 anni, aggiungendo che le forze di sicurezza hanno portato via il corpo. “Abbiamo fatto solo un segno con le mani, mentre loro avevano armi per ucciderci”, ha detto. “Voglio consegnare un messaggio ai leader dell’ Asean – ha aggiunto l’oppositore – che non supportino la giunta militare”.
Nel suo primo viaggio all’estero dopo il colpo di Stato, il capo della giunta birmana, il generale birmano Min Aung Hlaing, ha partecipato oggi a un incontro a Giacarta con i leader dell’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico (Asean), un invito che i manifestanti in Birmania non hanno gradito.
Dal colpo di Stato militare del primo febbraio, la repressione ha provocato più di 700 morti in Birmania. Due persone erano state uccise venerdì sera nella città di Thaton, nel sud, in uno scambio di colpi di arma da fuoco tra l’esercito e il movimento ribelle Karen National Union (KNU), ha detto un residente all’Afp.