Con la quarta operazione, che ha portato all’esecuzione di sei arresti, si è concluso nei giorni scorsi il progetto “Bulgarian jobs”, avviato a maggio 2021 con lo scopo di individuare i cittadini bulgari colpiti da provvedimenti di cattura italiani.
Il progetto rientra nell’iniziativa investigativa avviata all’interno della rete Enfast (European network of fugitive active search teams – Rete europea di squadre di ricerca attive di latitanti), che collega i team nazionali che si occupano della ricerca e cattura a livello internazionale di ricercati pericolosi.
Il bilancio finale del progetto è di 28 persone arrestate, tutte condannate in via definitiva da procure italiane, per reati come associazione per delinquere anche di tipo mafioso, finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, violenza sessuale anche su minori, rapine, furti, sfruttamento della prostituzione, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
L’unità Fast italiana è inserita all’interno del Servizio per la cooperazione internazionale di Polizia (Scip) della Direzione centrale della polizia criminale, diretta dal prefetto Vittorio Rizzi.
L’operazione si è sviluppata con il supporto dell’Esperto italiano per la sicurezza in Bulgaria ed ha visto la stretta collaborazione tra l’Unità Enfast Italia e quella bulgara.
Le attività d’indagine congiunte hanno permesso di richiedere in maniera rapida l’emanazione di mandati d’arresto europei da parte delle autorità giudiziarie italiane e conseguentemente di velocizzare le operazioni di localizzazione e di cattura dei latitanti anche in altri paesi d’Europa.
Nell’operazione sono state infatti coinvolte anche le polizie e gli Esperti italiani per la sicurezza dello Scip presenti in altri Paesi quali il Regno Unito, la Germania, la Romania, la Svezia.