Bosco, Zannini e Magliocca hanno operato tutti i tentativi possibili per un posto in lista alle politiche, ma nessuno li ha candidati. Ed ora vogliono piazzare Bosco in un cda in regione

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Fino ad ora, nel panorama politico della provincia di Caserta, c’era solo Zannini, ma oggi le cose sono cambiate, c’è un Governo di centro-destra e Zannini già alle scorse regionali aveva tentato di spostarsi a destra. Poi il COVID ha favorito De Luca e così Zannini si è candidato con De Luca. Quando si dice l’opportunismo.

Oggi però l’orientamento politico è nettamente cambiato e gli spazi si sono ridotti all’osso sia per Zannini, sia per Bosco che per Magliocca. Bosco e Magliocca sono i “peones” di Zannini, e sono in gioco solo nella Provincia di Caserta, così per prendere un po’ di “peso”, ecco che Zannini e Magliocca fanno inventare un simbolo a Bosco. I motivi sono tanti, anzitutto Zannini, per le prossime regionali, ha tantissimi problemi con i “suoi sindaci”che finiscono il secondo mandato e non sa dove e come “piazzarli”. Magliocca è stato fortunato in questo giro con la Presidenza della Provincia e tenterà per il 2025 la candidatura alle regionali con Forza Italia cercando di prendere il posto di Grimaldi, magari inventandosi qualche altra cosa come ha sempre fatto finora in prossimità della campagna elettorale. Bosco, ha forti velleità di un seggio alle Europee, ma non potrà mai essere eletto al Parlamento Europeo in quanto il simbolo che hanno inventato è solo un contenitore vuoto senza contenuti. Quindi il simbolo e le varie strategie correlate servono a Zannini, Bosco e Magliocca solo per tentare di alzare il tiro e il peso per trattare con Nello Masturzi un posto in qualche cda in regione. Bosco ormai in regione viene soprannominato “ il messaggiatore seriale”
in quanto manda centinaia di sms sul telefonino di Nello Masturzi. E poi, dulcis in fundo, c’è il monarca e padrone della Regione Campania, sua dispoticità, Vincenzo De Luca, che oggi rappresenta il vero problema nel PD non solo per le ultime nomine che ha fatto che sono incoerenti, ma soprattutto per il terzo mandato che è un suicidio, considerata la grande avversione in questo senso, sia per l’opinione pubblica che per il PD campano e nazionale.