Ben 23 agenti della polizia penitenziaria di Biella sono stati sospesi dal servizio, in esecuzione di un’ordinanza del gip per il reato di tortura di stato. Come riporta Tgcom24, le torture sono state commesse all’interno del carcere cittadino verso tre detenuti. Il 6 febbraio il gip, su richiesta dei pm, aveva ordinato l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari a carico del vicecomandante pro-tempore, riservandosi, all’esito degli interrogatori, sull’applicazione delle richieste di misure interdittive nei confronti degli altri 27 agenti coinvolti.
Nelle indagini, si parlava della necessità di impiegare del nastro adesivo per contenere un detenuto nonostante fosse già ammanettato, scardinando così un “metodo punitivo e un clima di generale sopraffazione creato e coltivato dal vice-commissario, con la complicità o la connivenza di altri agenti della polizia penitenziaria”. Inoltre, si sono registrati alcuni episodi in cui detenuti sono stati “colpiti con calci pugni e schiaffi mentre erano ammanettati e denudati”. Le condotte configurano così il reato di tortura di stato “apparendo indubbio che contenere su tutti gli arti un detenuto, denudarlo, aggredirlo, insultarlo e minacciarlo configuri un trattamento inumano e degradante”.
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