I militari hanno consentito delle cartoline della memoria prima delle operazioni di disinnesco e distruzione dell’ordigno bellico, rinvenuto nell’alveo del Torrente Fenestrelle, in prossimità del Ponte della Ferriera – Via Due Principati, ad Avellino.
Qualche chilo di tritolo che mantiene tutto il suo potenziale distruttivo. Nel settembre del ’43 gli Alleati per cacciare i tedeschi ne sgancdiarono migliaia su Avellino. Questa sta lì inesplosa da quel terribile giorno, per qualche misteriosa ragtione tecnica. Alla luce è venuta quando hanno messo mano alle sponde dell’inquinatissimo torrente Fenestrelle, a testimonianza di come in 80 anni un corso d’acqua possa sviluppare tonnellate di dibattiti e zero, zero interventi da parte delle amministrazioni comunali.
La farmacia Giliberti, il palazzo che è a due metri in linea d’area dasll’ordigno, ha chiuso per ferie. Riaprirà a cose fatte. E per una domenica, quello che non sono riuscite a fare le carte non a posto dell’agibilità, il supermercato 365, a 50 metri in linea d’aria, dovrà restare chiuso. Questo sono gli unici effetti immediati sul tessuto produttivo.
Poi, questa operazione, riguarderà soltanto privati. Costretti, da stamane alle sei, a lasciare le propria abitazioni, nell’ambito di un “rastrellamento” che assomiglierà tanto a quelli del periodo della bomba.
La precauzione non basta mai. Ma la procedura (all’inizio si parlava di 20mila persone da sfollare) è figlia pure di una burocrazia mastodontica che comporta costi tanto enormi quanto misteriosi.
Dopo l’intervento degli artificieri e le operazioni di disinnesco (viene fisicamente svitata e tolta la spoletta a pressione) la bomba sarà trasportabile senza rischi, con buona pace di tutti.