La storia di Antonio Arricale – À la guerre comme à la guerre. E ciascuno la combatte con le armi che possiede. I politici con il potere di interdizione: un modo elegante per dire, il potere del ricatto. E scoppia sempre per motivi di interesse. Economici, naturalmente.
La guerra intestina al Pd, sul fronte della provincia di Caserta, non sfugge a questa regola. L’un contro l’altro armato ci sono sempre loro: da un lato, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca; dall’altro, l’on. Stefano Graziano, un tempo il primo fedelissimo dello sceriffo, che da qualche tempo però – come si è visto nella precedente puntata – ambisce alla piena autonomia. Il campo di battaglia è duplice: l’area industriale di Gricignano di Aversa e, nemmeno a ricordarlo, la gestione clientelare della Sanità. E nell’un caso, come nell’altro, gli appetiti sono tutt’altro che di poco conto.
Ma procediamo con ordine. Eravamo rimasti al punto in cui, la presidente dell’Asi di Caserta, Raffaella Pignetti, che guida una delle aree industriali più vaste d’Italia, con una superficie di oltre quattromila ettari, fedelissima esecutrice delle indicazioni di Stefano Graziano, mette al bando l’assegnazione dei suoli e dei capannoni dell’ex Impreco, nell’area industriale di Gricignano d’Aversa. Sui lotti, da subito, c’è il forte interessamento di Giosi Romano, fine amministrativista, che l’ex ministro Raffaele Fitto (ma di questo ci occuperemo un’altra volta) ha posto al Coordinamento della Zes Unica del Mezzogiorno. Ovviamente, Romano che è anche docente di Diritto alla concorrenza, è grande amico di Vincenzo De Luca. Il professore, però, è anche amico dei fratelli Canciello – Carlo, Ferdinando e Michele – che sono a capo della holding di famiglia, la Marican (sigla di Mario Canciello, il fondatore) con interessi che spaziano dall’immobiliare alle costruzioni, dall’energetico all’agricoltura, al food e ai servizi.
Marican – che, tralasciando il resto, ha già realizzato 52.500 metri quadrati di immobili industriali, ha una disponibilità per edificare altri 100 mila metri quadrati nell’area di Marcianise e acquistato altri 700 mila mq di terreni nell’area di Nola per una metratura di 350 mila mq – è fortemente interessato anche ai suoli e ai capannoni ex Impreco. E vorrebbe farne un sol boccone. (Anche di questo ne parleremo in altro articolo). E siccome Romano non disdegna la politica, ma anzi vanta una forte entratura con il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca (al quale – nelle ultime elezioni – ha organizzato una lista d’appoggio) pensa di fare la voce grossa. Ma si scontra, appunto, con la Pignetti, la quale, invece, ha pensato bene di fare una gara aperta in modo da dare spazio anche ad altri imprenditori, sia campani che nazionali.
Apriti cielo. Intanto, Graziano non disconosce l’operato della Pignetti, sicché l’antico sodalizio non finisce a carte quarantotto. Ma vallo a convincere lo sceriffo che, anzi, dietro questa scelta vede proprio lo zampino graffiante del solito Graziano. De Luca, infatti, non ci pensa due volte e decide di revocare il bando dell’Asi. Ne seguono ricorso e contro ricorso, che ancora pendono davanti ai giudici amministrativi. Inizia così il mal di pancia tra De Luca e il deputato casertano. Ed è anche l’inizio della valanga che fa franare il sistema deluchiano in provincia di Caserta.
Accade poi che, al tempo delle nomine nella Sanità, Stefano Graziano chiede per l’ex sindaco del comune di Santa Maria Capua Vetere e coordinatore provinciale del Pd, il medico Vincenzo Iodice, la carica di Direttore generale dell’Asl Caserta. I due sono molto amici, oltre che compagni di partito. La nomina, però, sempre a Caserta trova l’opposizione di Nicola Caputo, assessore regionale all’Agricoltura in quota Italia Viva. Due volte consigliere regionale ed una volta europarlamentare, Caputo – con il sostegno dei deluchiani invisi a Stefano Graziano – appoggia, invece, la candidatura del medico Amedeo Blasotti, che infatti la spunta.
Il fuoco, però, cova sotto la cenere. Sta per scoppiare un altro motivo di conflitto. Questa volta di ben altra portata. De Luca dà l’ok e fa nominare Iodice non direttore generale, ma direttore sanitario. Non è quanto richiesto, ma comunque abbastanza, forse, per riequilibrare le parti. Tanto che tutto sembra filare liscio, se non intervenisse, pressoché tutti i giorni, a gamba tesa nella gestione sanitaria, l’altro mammasantissima della politica casertana, Giovanni Zannini, il più fidato degli uomini fidati di De Luca. Zannini non ci va leggero e, alla fine, in un qualche modo “costringe” Vincenzo Iodice alle dimissioni. E da qui si alimenta un chiacchiericcio che non raccolgono solo i pettegoli delle frequentazioni politiche.
Com’è finita, è cronaca di questi giorni. Il consigliere Zannini è travolto dall’inchiesta della magistratura e tutti i suoi sodali – di partito, schieramento o comunque di spartizioni politiche – ora tremano, temendo che l’indagine si estenda a macchia d’olio, coinvolgendoli.
Morale della favola: nessuno può pensare all’infinito di essere intoccabile. C’è sempre un grande fratello – per così dire – che ti ascolta. E cambiano anche i procuratori della Repubblica, che – vivaddio – non sempre sono disponibili a chiudere un occhio, quando non tutti e due, sulle frequentazioni e le abituali “commensalità” di alcuni colleghi. La storia continua.