FRATTAMAGGIORE – Ergastolo per uno dei delitti più efferati degli ultimi anni.
La Corte di assise di Napoli ha inflitto la massima pena a Pasquale Pezzella, 36 anni, ritenuto colpevole dell’omicidio volontario e aggravato del 39enne Nicola Liguori, dato alle fiamme su una panchina, a Frattamaggiore, in provincia di Napoli, mentre stava facendo una videochiamata alla fidanzata. E’ accaduto il primo luglio del 2022, ma Liguori morì in ospedale dieci mesi dopo una lunga e inutile agonia. Durante l’ incidente probatorio svolto in ospedale, la vittima sussurrò il nome di Pezzella che però si è sempre protestato innocente. Fu il fratello di Liguori, Biagio, a soccorrerlo per primo. E mentre lo portava in ospedale, da lui raccolse il nome del presunto assassino – “Pasquale” – così come le confidenze sul possibile movente dell’attentato, la vendetta per il furto di un motorino. Anche la fidanzata di Liguori, che ha assistito all’agguato in videochiamata, ha fornito una descrizione del responsabile, che però all’epoca non collimò del tutto con quella dell’imputato. Pezzella e Liguori si conoscevano fin da bambini, perché vivevano nello stesso quartiere, dove è avvenuto l’omicidio. L’indagato ha sempre respinto ogni accusa ammettendo di essere arrivato sul luogo del fatto poco dopo, quando Liguori già non c’era più, e di aver spento le fiamme che ancora avvolgevano la panchina. Durante l’inchiesta è poi emerso che all’indomani del fatto il padre di Pezzella avrebbe contattato i familiari della vittima, intimando loro di non coinvolgere il figlio e offrendosi di sostenere le spese mediche. I familiari di Liguori non aver rivelarono subito questa circostanza per timore di ritorsioni.