I Carabinieri della Stazione di Montevarchi, nel pomeriggio di qualche giorno fa, sono intervenuti nei pressi di un supermercato locale, dove una ragazza aveva riferito di essere stata aggredita da due persone, percossa e minacciata con un coltello.
Non appena giunti sul posto, gli uomini dell’Arma hanno raccolto la testimonianza della parte offesa e degli altri presenti. In base alle concordanti testimonianze acquisite, i Carabinieri hanno accertato che il litigio, innescatosi per futili motivi, aveva inizialmente visto coinvolte solo due donne.
Dopo alcuni frangenti, a dare manforte ad una delle contendenti era sopraggiunto anche un uomo, che aveva a sua volta infierito sulla parte offesa, aggredita con calci e schiaffi ed addirittura minacciata con l’uso di un coltello. Attesa l’inaudita gravità dell’accaduto, i Carabinieri della Stazione di Montevarchi si sono immediatamente attivati, eseguendo, in prima battuta, un accurato sopralluogo sul posto, nella speranza che qualche testimone avesse notato qualche dettaglio utile per le indagini, o che vi fossero telecamere di videosorveglianza da analizzare.
Il passo successivo, è stato quindi analizzare le immagini dei circuiti di videosorveglianza pubblici e privati dislocati nelle prossimità del luogo ove la brutale aggressione si era consumata. Queste hanno dato lo spunto decisivo, che ha consentito di ristringere il cerchio degli investigatori intorno ad un principale sospetto, un pregiudicato di circa 35 anni, residente proprio nel Valdarno aretino.
L’uomo si trovava per altro ristretto in regime di arresti domiciliari, dopo che alcuni mesi fa era stato tratto in arresto in flagranza per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Immediatamente, a quel punto, i Carabinieri hanno deferito l’uomo alla Procura della Repubblica di Arezzo, richiedendo altresì all’Autorità Giudiziaria di emettere un provvedimento di aggravamento della misura cautelare in corso. Ottenuto il provvedimento dopo poche ore, agli operanti non è rimasto che recarsi presso il domicilio dell’indagato per la notifica dello stesso, per poi effettuarne la traduzione presso il carcere di Firenze.