CALVI RISORTA – Il gup Marcello De Chiara del tribunale di Napoli ha disposto quattordici rinvii a giudizio per le presunte gare truccate nei Comuni di Calvi Risorta e Presenzano
Il sette maggio, davanti ai giudici della terza sezione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, collegio B, presidente Luciana Crisci, inizierà il processo nei confronti di Tullio Iorio e di Raffaele Pezzella, i due imprenditori ritenuti organici al clan dei Casalesi, il rup Piero Cappello, Giuliano Cipro, Carlo D’Amore, Teresa D’Alessandro, Gennaro D’Ascenzio, Carlo De Caprio, Francesco Di Fiore, Massimo Di Stefano, Giovanni Rosario Lombardi, Giuseppe Napolitano, Carmine Petrillo, e Francesco Verazzo. Accolte le richieste del pubblico ministero della Dda Maurizio Giordano. Il fulcro della vicenda riguarda la turbata libertà degli incanti di due appalti a Calvi: quello per il rifacimento delle strade interne di Calvi e del collegamento con la Casilina e la strada provinciale 194 e quello riguardante i lavori per la ristrutturazione, l’adeguamento sismico e l’efficientamento energetico del complesso scolastico Cales. In entrambe le contestazioni sono accusati Pezzella, Iorio e Cappello, quest’ultimo nelle vesti di responsabile unico del procedimento e come componente della commissione aggiudicataria della gara, il quale avrebbe falsificato il sorteggio per far vincere l’appalto ai due imprenditori ritenuti collusi con i Casalesi. Nel caso dei lavori stradali ottenuti dalla CGS srl , Carmine Petrillo avrebbe avuto il ruolo di prestanome, mentre alla Comed srl quelli per la ristrutturazione scolastica, la ‘testa di legno’ sarebbe stato Carlo D’Amore. Per cui viene contestata a Pezzella, Iorio, Petrillo e a D’Amore anche l’intestazione fittizia, aggravata dalle finalità mafiose delle quote societarie, in modo da aggirare le normative antimafia. Cappello è anche accusato di falso aggravato. Il sindaco Giovanni Lombardi insieme all’imprenditore Francesco Verazzo risponde di turbata libertà degli incanti aggravata per l’appalto per il rifacimento delle strade che avrebbe incautamente promesso allo stesso Verazzo, ritenuto imprenditore vicino alla famiglia Schiavone. C’è poi l’appalto per l’efficientamento della pubblica illuminazione nel comune di Presenzano, anch’esso manipolato, secondo l’accusa dal Rup De Caprio e da Cappello in favore di Pezzella che però a capo della D’Alessandro costruzioni avrebbe messo D’Ascenzio come prestanome. Altro appalto truccato a Presenzano sarebbe quello dell’area attrezzata in località Pozzo che vede sotto accusa Pezzella, Cappello, i funzionari Di Caprio e Di Stefano e Di Fiore che fittiziamente avrebbe avuto il ruolo di responsabile della S.C. Costruzioni.
gmm