I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ancona, sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Ancona che ha disposto l’applicazione di quattro misure cautelari personali (n. 1 agli arresti domiciliari e n. 3 obblighi di dimora) e il sequestro di due società del valore stimato in oltre 18 milioni di euro fra quote, beni e risorse finanziarie.
I citati provvedimenti rappresentano l’epilogo di una maxi-operazione condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Ancona, che ha consentito di scoprire e disarticolare una rete di promotori finanziari che effettuava raccolta del risparmio per ingenti importi, da ignari investitori, senza la prescritta autorizzazione. Numerose e rilevanti sono state le movimentazioni bancarie sospette esaminate dai finanzieri che sin da subito hanno focalizzato l’attenzione su circa 500 contratti di sottoscrizione di prodotti finanziari – strumentali al procacciamento dei clienti – offerti da una società, con apparente sede a Londra, con sede secondaria a Roma e varie unità operative nelle Marche e nel Lazio, grazie alla compiacenza di una fitta rete di uffici e promotori sparsi sul territorio nazionale.
Proprio grazie alla predetta società, gli indagati hanno esercitato, in assenza delle prescritte autorizzazioni, una fiorente attività di raccolta abusiva del risparmio promuovendo l’illecita compravendita di azioni della società londinese dietro la promessa di profitti immediati, costanti ed elevati, superiori al 10% annuo. In questo modo venivano ripagati gli ignari investitori, idealmente rassicurati da rendimenti veloci e particolarmente favorevoli, che, in realtà, erano garantiti dai fondi raccolti presso nuovi clienti, secondo le dinamiche del noto “schema Ponzi”.
Gli elevati interessi promessi infatti sono risultati assolutamente incompatibili con l’assenza di un effettivo piano di investimento e, non da ultimo, di una reale e attiva struttura amministrativa nella capitale inglese, risultata, all’esito delle indagini svolte anche in ambito europeo, un mero recapito di corrispondenza.
La complessa attività di analisi delle numerose operazioni finanziarie celate da contratti fraudolenti ha permesso agli investigatori della Guardia di Finanza di far luce sulla natura abusiva della raccolta di fondi nonché di ricostruire l’intera struttura della rete di promotori finanziari che ha consentito loro di far sottoscrivere agli ignari investitori circa 500 contratti e di raccogliere, negli ultimi 5 anni, oltre 15 milioni di euro di risparmi.
Si rappresenta che per il principio della presunzione di innocenza la colpevolezza delle persone sottoposte ad indagine in relazione alla vicenda sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.
L’entità dell’operazione, a tutela del trasparente investimento dei risparmi dei cittadini, testimonia la costante attenzione della Guardia di Finanza al contrasto dell’insidioso fenomeno dell’abusivismo finanziario e delle diffuse forme di truffa ad esso connesse poste in essere da broker senza scrupoli nei confronti di ignari investitori.