Un sistema criminale gestito dall’interno del carcere, con ramificazioni in vari territori della provincia di Salerno: è il quadro accusatorio contestato agli imputati del processo “Prison Break”.
Nel mirino della Direzione distrettuale antimafia due gruppi criminali, capaci di gestire traffici illegali anche nel penitenziario di Fuorni: dalla droga ai telefonini, così come emerso dalle indagini condotte dalla polizia di Salerno.
Nel rito abbreviato la procura antimafia ha usato la mano pesante, chiedendo complessivamente duecento anni di carcere per gli imputati.
L’operazione “Prison break” costituisce solo l’ultima di una serie di attività investigative condotte negli anni nel carcere di Salerno, spesso finito nel mirino delle forze dell’ordine per la “permeabilità” contestata nel corso del tempo.