NAPOLI – “Emanuele ha perso un’occasione a non seguire l’esempio della storia di Annalisa e della famiglia di Annalisa” dice don Tonino Palmese, presidente della fondazione Pol.i.s., partner della Biblioteca intitolata alla giovane uccisa da un agguato di camorra quando aveva solo quattordici anni.
“Emanuele, l’esempio di come si può morire per mano della camorra l’aveva in casa, Annalisa era la zia che non ha mai conosciuto, lui che è nato un anno dopo la morte della ragazza. Eppure l’esempio forse non è bastato se il ventenne è morto ammazzato da un proiettile sparato con l’intento di ucciderlo, se nonostante la giovane età avesse già la fedina penale macchiata per rapina.
Intanto le indagini per capire chi abbia sparato ad Emanuele Durante nel pieno pomeriggio di sabato scorso, 15 marzo, in una strada trafficata mentre il giovane era in macchina con la fidanzata, continuano. Al vaglio degli inquirenti le immagini di videosorveglianza del tratto interessato di via Santa Teresa degli Scalzi. (Nella foto Emanuele Esposito)