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Aeroporto di Grazzanise: “chiacchiere e distintivo” del deputato Stefano Graziano

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L’EDITORIALE DI ANTONIO ARRICALE – L’aeroporto di Grazzanise è un must, direbbero gli inglesi. Il refrain scala le classifiche dei luoghi comuni della politica casertana ogni qualvolta il clima elettorale comincia a scaldarsi.

Se ne parla, ovviamente, per slogan, senza mai cercare di approfondire i pro e i contro dell’argomento e, soprattutto, senza mai indicare le responsabilità della mancata realizzazione, se ce ne sono, e in capo a chi. In qualche caso, se ne parla decisamente a sproposito: come motore di attrazione turistica, per esempio, nel tempo in cui – mai come in questi ultimi anni – le strutture ricettive risultano addirittura insufficienti per contenere tutti turisti che arrivano in Campania e, in particolare, a Napoli.

Proviamo, dunque, a dire come stanno i fatti ricapitolando, in breve, la storia.

Diciamo, intanto, che a Grazzanise un aeroporto esiste dal 1961, con funzione militare, diventando base del 10° Gruppo dell’Aereonautica militare italiana e, successivamente, del ricostruito 9° Stormo. Così come un aeroporto, con funzione più o meno analoga, già esisteva pure a Pontecagnano, vicino a Salerno: perché non si può parlare dell’uno senza tener conto dell’altro, è evidente. Con la differenza, che il secondo era, tutto sommato, un semplice campo di addestramento volo, mentre il primo già disponeva di una pista di circa 3 chilometri con a fianco un’altra, semi preparata, in terra battuta. Pista su cui – è appena il caso di ricordare – dal 2 al 15 novembre 1992 fu deviato tutto il traffico dello scalo di Capodichino per consentirne il rifacimento del manto di asfalto.

Va ricordato, inoltre, che sempre a favore di Grazzanise, il 17 gennaio 1998 il Consiglio regionale della Campania approvò all’unanimità una delibera dell’allora assessore ai Trasporti della Giunta di centro-destra guidata da Antonio Rastrelli, Cosimo Izzo, per la realizzazione, appunto, del secondo aeroporto internazionale della Campania. E che nel febbraio 2008 – dieci anni dopo – per la costruzione del nuovo aeroporto di Grazzanise fu firmato anche un protocollo d’intesa tra l’allora presidente della Regione Campania, questa volta l’ex comunista Antonio Bassolino, e il ministro dei trasporti Alessandro Bianchi. Protocollo cui, nel luglio del 2009 fece seguito un accordo tra Enac, Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e Regione Campania, per affidare a Gesac la realizzazione e gestione del nuovo aeroporto. E non è tutto. Il 15 marzo 2012, in occasione della visita del Capo di stato maggiore dell’Aeronautica – raccontano le cronache dell’epoca – erano già cominciate le operazioni preparatorie dei lavori.

E qui, purtroppo, finisce il racconto del sogno dell’aeroporto di Grazzanise. Accadde, infatti, che nel 2013, dopo un inaspettato colpo di spugna, nel Piano nazionale per lo sviluppo aeroportuale della Campania restarono solo i nomi di Capodichino e di Pontecagnano. Che cos’era accaduto?

Provate ad immaginarlo voi. Io mi limito a darvi soltanto due date. A luglio 2019 la Regione Campania e la Gesac presentano il piano di interventi per il nuovo scalo salernitano. Quindi, l’11 luglio 2024, sebbene ancora incompleto, a Pontecagnano viene inaugurato il 39esimo aeroporto italiano. E chi pensate ci sia a tagliare il nastro, con forbici in mano ed un sorriso a 36 denti, a fianco di un impacciato ministro dei Trasporti, Matteo Salvini? Sempre lui, il grande artefice dello scippo, Vincenzo De Luca, da nove anni presidente della Giunta Regionale della Campania.

Dunque, ora, quasi agli sgoccioli della seconda legislatura e in predicato di correre per la terza, il deputato Stefano Graziano, fino a ieri braccio destro casertano e sodale dello Sceriffo di Salerno, è tornato a rilanciare Grazzanise. Che ne pensate? Chiacchiere e distintivo, direbbe il duo Caiazzo-Ceruti.

(Nell’immagine grande il presidente De Luca inaugura l’aeroporto di Pontecagnano. Nel riquadro il deputato Pd Stefano Graziano)

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