NAPOLI – Arcangelo Correra. Il suo nome si aggiunge alla lunga lista di ragazzi ammazzati a colpi d’arma da fuoco a Napoli. In 17 giorni, tre morti. Una carneficina di adolescenti uccisi da loro coetanei. Ragazzi armati, pronti a far fuoco per una scarpa sporca o uno sguardo di troppo.
Arcangelo Correra, però, è morto a seguito di uno stupido gioco. Suo cugino Renato Caiafa, fratello minore di Luigi, ucciso a 17 anni da un poliziotto durante una rapina nel 2020, aveva estratto quell’arma per gioco. Ma è partito il colpo fatale, che ha raggiunto Arcangelo alla testa e non gli ha lasciato scampo. Inutile la corsa in scooter fino al Vecchio Pellegrini. Per Arcangelo non c’era più nulla da fare.
E’ un’escalation. Prima di Correra era stato ammazzato, alle due della notte tra il 23 e il 24 ottobre, Emanuele Tufano, un quindicenne del quartiere Sanità. Vittima di una sparatoria in via Carminiello al Mercato tra una banda di ragazzi della Sanità, tra i quali c’era anche lui, e un gruppo rivale della zona di piazza Mercato. A terra furono ritrovati una ventina di proiettili esplosi da diverse pistole.
E, ancora, Santo Romano, 19 anni, ammazzato la sera del 2 novembre a San Sebastiano al Vesuvio. A sparargli un diciassettenne al culmine di una lite innescata da una scarpa sporcata. E sempre una scarpa, ma stavolta pestata, fu la ragione per cui nella notte tra il 19 ed il 20 marzo 2023, si innescò una rissa a Mergellina, durante la quale furono esplosi diversi colpi di pistola. Francesco Pio Maimone, diciottenne pizzaiolo, si trovò nel posto sbagliato al momento sbagliato. Il suo assassino aveva all’epoca 20 anni. Cinque mesi dopo, in piazza Municipio, a pochi passi da Palazzo San Giacomo, l’assassinio di Giovanbattista Cutolo, detto Giogiò, musicista di 24 anni. Il suo assassino aveva 16 anni.
Cinque giovanissimi morti in quella che è divenuta una vera emergenza. La paura attanaglia i genitori di ragazzi e ragazze che la sera escono per divertirsi, svagarsi e passare qualche ora in compagnia degli amici. La paura fa scappare i turisti. La paura deve però ora tramutarsi in altro. C’è bisogno dell’intervento delle istituzioni, di un maggior numero di uomini e donne delle forze dell’ordine. C’è bisogno di una cultura della legalità che manca in tante famiglie, tra tanti adolescenti. C’è bisogno di un cambiamento radicale. Napoli non merita tutto questo e non merita di dover piangere i propri figli uccisi da ragazzini a mano armata. (Nelle foto Emanuele Tufano, Santo Romano e Arcangelo Correra)