Accostò Mastella alla mafia in un tweet, autorizzazione a procedere contro Calenda

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BENEVENTO – In un tweet accostò Clemente Mastella alla mafia, dopo la denuncia la Giunta delle elezioni e immunità del Senato ha dato il via libera a procedere nei confronti dell’ex ministro Carlo Calenda. “La mia è una battaglia contro bullismo mediatico e libertà d’insulto” ha commentato il sindaco di Benevento.

Mastella ha poi aggiunto: “E’ un fatto di civiltà giuridica: è giusto che quando si passa il segno, mettendo in discussione l’onorabilità di una persona, anche l’opinione del parlamentare sia sottoposta al giudizio terzo della magistratura: non esiste il lasciapassare per l’insulto”. Il segretario nazionale di Noi di Centro ha poi ribadito: “Calenda in un tweet, che resta un archetipo del peggior bullismo mediatico, accostò il mio nome alla mafia: da ex Ministro della Giustizia avevo il dovere morale di querelare. Avendo la cultura cattolica del perdono, avevo detto di essere pronto a ritirare la querela in cambio di scuse sincere. Non sono mai arrivate. Invece ho letto solo giustificazioni e goffi tentativi di negare l’evidenza della grammatica: è segno di arroganza. Ringrazio le forze politiche che in Giunta, col voto favorevole o con l’astensione, hanno dato l’ok a procedere”.