SANTA MARIA CAPUA VETERE – L’aumento dei minori detenuti negli Istituti penitenziari minorili (a settembre scorso 569 reclusi rispetto ai 392 di due anni fa) sta producendo la corsa del Dipartimento per la Giustizia Minorile all’apertura o la riapertura di nuovi istituti.
Sembrerebbe che quattro siano stati già individuati a Rovigo, L’Aquila, Lecce e Santa Maria Capua Vetere. Una soluzione che ‘tampona’ il sovraffollamento ma non risolve nessuna delle gravissime emergenze degli Ipm balzati da tempo alla cronaca con rivolte diffuse e fughe”. Lo sottolinea, in un comunicato, il segretario del Sindacato Polizia Penitenziaria (Spp) Aldo Di Giacomo.
“È sicuramente l’effetto del decreto Caivano – prosegue Di Giacomo – che dalla data di prima applicazione ha visto crescere, sino al 150%, gli ingressi negli istituti per minori, toccando una quota che ha sfiorato i 900 giovanissimi. I risultati sono stati i noti diffusi comportamenti violenti, emulando quelli dei ‘grandi’, con incendi in cella e suppellettili, rivolte e tentativi di aggressione al personale penitenziario che, in più occasioni, rischiando la propria vita, ha salvato detenuti dalle fiamme”.
“Adesso con l’apertura o riapertura di quattro Ipm – continua Di Giacomo – innanzitutto nessuno spiega quale personale aggiuntivo sarà destinato ai nuovi servizi con il rischio reale di sottrarre personale, già fortemente insufficiente, ai 17 Ipm esistenti. Ma c’è di più: la cosiddetta soluzione individuata è destinata a produrre un aggravio di spesa pur sapendo che gli istituti si rilevano ampiamente inadeguati per il delicato compito di rieducazione sociale dei minori”. (Fonte Ansa)