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A Lusciano, tra gli strepiti in seno alla maggioranza, arriva il pacco natalizio con altre 4 licenze edilizie

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LUSCIANO – di Rosa Amalfi – A Lusciano l’aria politica si fa incandescente. E però tutto resta uguale. Tra strappi minacciati e ritirati, l’amministrazione Mariniello tiene. Al primo confronto le parole, però, comunque volano e sono pesanti.

Ieri sera, per esempio, dire che è stata di fuoco la riunione della maggioranza è poco. Nonostante il freddo, la gente rinchiusa nelle case, le urla si sono sentite levarsi fino alle due di notte.  

Una cosa è certa. Il bluff delle dimissioni del sindaco Giuseppe Mariniello uno scopo lo hanno sortito. Sono servite, infatti, a recuperare l’appoggio esterno del consigliere Francesco Palmiero della lista civica Farfalla.

Francesco è il figlio di Nicola Palmiero. La famiglia si occupa di formazione. Il papà del consigliere è un veterano della politica comunale ed è nipote dell’ingegnere Luciano Petrillo, il tecnico nel cui studio si è formato l’attuale dirigente all’urbanistica, Nicola Costanzo, il quale – giusto per non deludere nessuno – ha rilasciato altre quattro licenze edilizie. Un’altra colata di cemento.

Attualmente i numeri per mandare l’attuale sindaco a casa non ci sono. Il gruppo più forte è formato, con la capogruppo Luisa Mottola, da Augusto Abategiovanni, Rosario Massa, Luigi Tamburrino e la vice sindaca Maria Consiglia Conte che però non è consigliera e, dunque, non vota. Poi ci sono i consiglieri del sindaco Giuseppe Mariniello: Luciano Vasta, Giuseppina Ferrara, Michele Russo e Enrica Rosa Granieri. Infine, c’è il battitore libero silurato come capogruppo Filippo Ciocio. In tutto sono a 9 e con il sindaco si arriva a 10.

Con Palmiero – e, dunque, l’appoggio esterno della Farfalla – si arriva ad una maggioranza di 11 consiglieri, com’era all’inizio della consiliatura. Ora, con il mal di pancia di Filippo Ciocio e l’appoggio esterno del Palmiero, che andrebbe a compensazione dell’eventuale defezione, Mariniello resta comunque sempre in sella, potendo contare su nove voti più il suo, e fanno 10. Mentre prima del bluff delle dimissioni del Mariniello la geografia del Consiglio – così come peraltro risultava dall’appuntamento presso il Notaio, per firmare l’autoscioglimento dell’amministrazione – era la seguente: 6 consiglieri della minoranza, più la firma di Palmiero e si arrivò a 7. Con il mal di pancia di Ciocio si sarebbe passati a 8. Insomma, sarebbe bastata una piccola spallata e Mariniello si sarebbe ritrovato a casa. Ma il nono che doveva firmare con la minoranza non si riuscì a convincerlo, sicché tutto è archiviato all’area delle intenzioni.

Ritornando, dunque, ad oggi il dato che emerge è questo: un clima interno alla maggioranza che resta incandescente e il confronto in riunioni fiume che diventano un incrocio indistinto di grida e rinfacci, come appunto quello di ieri sera. Intanto, Mariniello si tiene stretto l’appoggio esterno dei farfalloni. Certo, non è passata la doppia linea della Conte che, da una lato, mostra di essere d’accordo con Abategiovanni e Massa per far fuori Filippo Ciocio e, dall’altro lato, però, si tiene ben stretto sotto braccio proprio Ciocio.

Per il momento resta tutto uguale. Non è cambiato nulla, tranne la linea Mariniello-Conte che tra la gestione del sociale e l’edilizia, in prossimità delle feste natalizie hanno acceso un trenino carico di ulteriori doni di cemento armato. I pacchi sono infiocchettati di rosso, portano i numeri delle licenze edilizie 49, 50, 51, 52. (Nelle foto il Comune di Lusciano; nei riquadri, da sinistra, Giuseppe Mariniello, Filippo Ciocio, Maria Consiglia Conte e Francesco Palmiero)

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