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Barbacci (CISL Scuola): confermate le ‘supplenze covid’, ora mettiamo a posto il pagamento degli stipendi

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“Sulla proroga dei ‘contratti Covid’, che il decreto legge ‘Ucraina’, garantisce fino a giugno, abbiamo espresso la nostra soddisfazione; ora – dichiara Ivana Barbacci, neo segretaria generale della CISL Scuola – aggiungiamo anche quella per la notizia, appresa per le vie brevi, che il Ministero si starebbe accingendo ad assegnare alle scuole le risorse per pagare i supplenti, avendo finalmente ricevuto i fondi necessari.

Un ritardo considerevole, perché i pagamenti sono fermi al mese di novembre e si può ben immaginare con quali problemi per le persone interessate, il cui servizio è stato prezioso nell’emergenza pandemica”.
“Peccato – continua la Barbacci – che si risolva solo una parte del problema: il ritardo nel pagamento dei supplenti brevi si ripropone in modo ricorrente, segno che la gestione finanziaria delle supplenze è tutt’altro che rispettosa del diritto alla giusta e tempestiva retribuzione dei lavoratori. Serve una misura risolutiva, perché così non si può continuare”.

Il Ministero dell’Istruzione, in sostanza il datore di lavoro dei supplenti, è in effetti “bombardato” dalle richieste di notizie da parte del personale che sta lavorando da mesi senza aver visto un centesimo; la colpa del ritardo va addebitata in realtà al MEF e a norme inadeguate che in fase di gestione impongono procedure di una lunghezza estenuante.
In sostanza la spesa per le supplenze brevi è garantita con appositi stanziamenti previsti a più riprese nel corso dell’anno, che richiedono decreti del MEF, sottoposti a registrazione della Corte dei Conti prima che le risorse arrivino nelle casse del Ministero dell’Istruzione, che a sua volta le assegna tramite specifici capitoli di spesa alle scuole; queste ultime, a loro volta, autorizzano NoiPA al pagamento degli stipendi.

A risolvere il problema ci aveva provato il Governo nel 2016 con una misura apparentemente risolutiva ma che i fatti hanno dimostrato non essere sufficiente. Con il DPCM del 31 agosto 2016, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 241 del 14 ottobre 2016, si puntava ad assicurare il pagamento del contratto di supplenza entro il mese successivo alla prestazione lavorativa. Per ogni soggetto istituzionale coinvolto nella procedura era previsto il rispetto di precise scadenze, con conseguenze legate alla responsabilità dirigenziale e riflessi sulla valutazione dei dirigenti coinvolti. Il tutto, però, ferma restando la disponibilità delle risorse iscritte nel bilancio. Ecco dunque il giro lungo e faticoso che ogni volta bisogna compiere: occorre che ci sia disponibilità dei fondi sul pertinente capitolo di bilancio del Ministero dell’Istruzione, che a sua volta li deve ricevere dal MEF, che a sua volta deve avere il corrispondente stanziamento nel bilancio dello Stato.

Serve dunque una misura innovativa, che svincoli il pagamento delle supplenze brevi da questa rete burocratica regolandolo alla stessa stregua delle supplenze più lunghe, consentendo quindi di erogare le retribuzioni con costanza e puntualità. “Credo sia una questione di serietà, oltre che di giustizia – conclude Ivana Barbacci. Da un Governo che fa della serietà un proprio tratto distintivo mi aspetto quindi attenzione e soprattutto decisioni che permettano a chi lavora di ricevere regolarmente il proprio stipendio”.

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