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Roma, Operazione “Case”: apparecchi da gioco con alterazione dei dati contabili

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Nell’ambito delle attività del Gruppo di Lavoro “Operazioni” Centro –
Periferia, sotto il coordinamento dell’Ufficio Controlli Giochi, si è recentemente svolta una molteplice attività di controllo nel settore degli apparecchi da intrattenimento ex articolo 110, comma 6, lettera a) del TULPS in una dozzina di esercizi commerciali e un magazzino.

L’azione simultanea di controllo, svolta in tre provincie campane, in Calabria e in Abruzzo, è stata condotta da funzionari dell’Agenzia delle Accise delle Dogane e dei Monopoli appartenenti alla DT IX Campania, agli Uffici dei Monopoli per l’Abruzzo e per la Calabria unitamente a varie unità dell’Ufficio Controlli Giochi. L’Arma dei Carabinieri ha fornito supporto logistico attraverso i militari delle Stazioni competenti.

L’operazione è scaturita dopo una lunga e attenta analisi da parte dei funzionari in servizio presso la Direzione Giochi i quali, attraverso gli applicativi in dotazione, hanno riscontrato delle anomalie “ripetute” sui dati di gioco (incassi e vincite) delle AWP sopra specificate. In particolare, risultavano non corrispondenti i dati dei contatori di gioco salvati nelle memorie della scheda di gioco rispetto ai dati salvati nelle memorie dei dispositivi di controllo (smart card) posizionate all’interno delle schede.

Gli esiti dell’attività hanno condotto al sequestro di 18 apparecchi “AWP”, nonché all’elevazione di sanzioni amministrative, per un importo complessivo di € 180.000 oltre al recupero delle imposte dovute per Prelievo Erariale Unico sugli incassi mancati delle slot machine. È stato altresì sequestrato il denaro contenuto all’interno delle apparecchiature per un importo di € 6.170,00.

Dopo aver effettuato un’approfondita e particolareggiata perizia tecnica con il contributo dei tecnici SOGEI, si è avuta contezza della metodologia di manomissione delle schede di gioco, (incassi non registrati e mancate vincite ai giocatori). Ne è conseguita Notizia di Reato, presso la Procura della Repubblica competente, per violazione degli articoli 358 (Peculato), 640 comma 2 (truffa ai danni dello Stato) e 640 ter (frode informatica) del C.P. nei confronti del soggetto proprietario degli apparecchi.

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