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Blitz dei carabinieri a Napoli: racket e kalashnikov per ricreare il clan dei Casalesi

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Stavano riorganizzando il clan dei Casalesi le 13 persone arrestate oggi dai Carabinieri e dalla Polizia di Stato di Caserta nell’ambito di una rapidissima indagine coordinata dalla DDA di Napoli che nell’arco di meno di 6 mesi ha documentato il ritorno tra il Casertano e il Napoletano dei vecchi cliché estorsivi della mafia casertana, una volta gestita dalle fazioni Schiavone, Zagaria, Bidognetti e Iovine. Tra i destinatari delle misure cautelari figurano due vecchie conoscenze dei PM antimafia ai quali viene contesto il ruolo di organizzatori e promotori del gruppo di malavitosi: Oreste Reccia e Vincenzo Ucciero.

Una rapidissima indagine quella coordinata dalla DDA di Napoli che nell’arco di meno di 6 mesi ha documentato il ritorno tra il Casertano e il Napoletano dei vecchi cliché estorsivi della mafia casertana, una volta gestita dalle fazioni Schiavone, Zagaria, Bidognetti e Iovine.  Tra i destinatari delle misure cautelari figurano due vecchie conoscenze dei PM antimafia ai quali viene contesto il ruolo di organizzatori e promotori del gruppo malavitosi: Oreste Reccia e Vincenzo Ucciero. Gli inquirenti sono riusciti ad agire rapidamente grazie alle novità introdotte sulle intercettazioni e soprattutto grazie a un controllo del territorio che in tutti questi anni non ha conosciuto sosta. 

I territori in cui si stava rifacendo forte la pressione mafiosa armata sono quelli originari: Aversa, San Cipriano, san Marcellino, Giugliano in Campania a villa Literno.
 Nessuna delle vittime, alle quali venivano imposti ratei tra 1000 e 1500 euro, ha avuto il coraggio di denunciare le estorsioni. Anzi. Davanti agli gli investigatori che li hanno convocati per metterli davanti ai risultati delle indagini, non hanno nascosto il loro terrore per eventuali ritorsioni.

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