E’ stata identificata per la prima volta in California all’inizio del 2021, questa variante risulta ancora poco diffusa in Europa, con soli due casi rilevati in Italia, le cui caratteristiche sono state analizzate in uno studio pubblicato sulla rivista “Science”. Ad oggi, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e i Centri per il controllo delle malattie (Cdc) degli Stati Uniti includono nel gruppo delle mutazioni che destano maggior preoccupazione, le Voc (Variants of Concern), le varianti Alfa, Beta, Gamma e Delta.
In particolare, ad allertare gli esperti, sono le caratteristiche della sua proteina Spike, l’artiglio molecolare con cui il virus si aggancia alle cellule, che comprende ben tre mutazioni che la rendono resistente agli anticorpi, sia a quelli generati dal vaccino, sia a quelli generati dall’infezione. Lo studio pubblicato sulla rivista “Science”, tra l’altro, ha voluto sottolineare l’importanza del sequenziamento, considerata dagli esperti una delle armi maggiormente efficaci per contrastare la circolazione del virus. L’analisi coordinata da McCallum, basata sull’analisi di 57 campioni, ha così confermato la presenza di tre specifiche mutazioni, tutte presenti sulla proteina Spike, che rendono la Epsilon una variante resistente agli anticorpi.