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Campania, l’allarme dei i pediatri: “Con l’inizio della scuola migliaia di bambini a rischio”

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Con la diffusione della variante Delta i soggetti più esposti al nuovo ceppo sono proprio i bambini, che a settembre si ritroveranno ad affrontare un nuovo anno scolastico in presenza: per questo la FIMP, Federazione Italiana Medici Pediatri, lancia l’allarme sulla variante Delta, nonché un appello al presidente della Regione affinché ascolti le loro preoccupazioni.

I dati di alcune nazioni europee mostrano un incremento significativo dei casi da variante Delta, soprattutto in età pediatrica e adolescenziale”, spiegano Antonio D’Avino e Giannamaria Vallefuoco, rispettivamente vice presidente nazionale e segretario regionale della FIMP.

“In queste condizioni, alla riapertura delle scuole, la variante Delta sarà libera di infettare migliaia di alunni, la stragrande maggioranza dei quali è suscettibile al virus. La Calabria, il Lazio, il Trentino Alto Adige, il Veneto e moltissime altre regioni hanno già realizzato tavoli di lavoro che sono serviti a sottoscrivere i necessari accordi integrativi regionali attuativi, che hanno previsto il coinvolgimento attivo dei pediatri di famiglia nella campagna vaccinale anti Covid 19.

In Campania, nonostante le nostre reiterate richieste e la disponibilità mostrata, si sente solo il silenzio della Regione. Non vorremmo che l’assenza di confronto tra la regione e la pediatria di famiglia assomigliasse molto alla quiete ‘prima della tempesta’”.

La FIMP, nel portare all’attenzione della Regione il pericolo legato alla variante Delta, sottolinea anche la necessità di cambiare strategia rispetto ai vaccini. La Federazione ha più volte sottolineato che, sebbene gli hub vaccinali abbiano ben funzionato nel periodo dell’emergenza pandemica, oggi occorre puntare sul territorio e raggiungere quella fascia di popolazione esitante, o non convinta, che solo grazie al rapporto fiduciario con il proprio pediatra di famiglia può essere recuperata.

I numeri delle adesioni ci dicono che ora bisogna raggiungere singolarmente coloro che non sono stati vaccinati e per farlo si deve scendere in campo con i medici delle cure primarie, vale a dire con i pediatri di libera scelta e con medici di medicina generale.

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