Da ieri G. Brusca, boss mafioso, autore di oltre 150 omicidi è un uomo libero. L’aver rapito e sciolto nell’acido il piccolo G. Di Matteo, ma soprattutto l’aver premuto il telecomando a Capaci, il 23 maggio 1992, dove morirono il magistrato G. Falcone, sua moglie e la scorta, è un passato per la legge ormai espiato. L’aver collaborato gli ha permesso di usufruire di uno sconto di pena previsto da una normativa, voluta dallo stesso G. Falcone prima di essere ammazzato.
A 29 anni da Capaci, una misera pena ha fatto di un macellaio un uomo libero. Di contro, 5 uomini dello Stato sono li sepolti e paradossalmente alcuni sarebbero potuti essere ancor oggi li in servizio a macinare contributi utili alla pensione. Chi scampó a quelle stragi o chi accorse a raccogliere quei pochi brandelli di carne, morì quel giorno e ancor oggi porta negli occhi e nell’animo l’odore della morte. Altri ancora, uomini dello Stato come il generale Mori, lottano ancora con la giustizia per difendersi da accuse pesanti ed infamanti. Brusca no…lui è un uomo libero. È la legge e come tale va rispettata…ma lasciatemelo dire è una legge equiparabile alla MAFIA, e la mafia lo sappiamo che è una montagna di….