“La Pfizer poteva evitare questo scivolone di dire che la seconda dose dev’essere data dopo 21 giorni perché all’Ema ci hanno portato dati con un protocollo per cui ci hanno chiesto di tollerare fino a 42 giorni. Sono stati quindi loro a chiedere di autorizzare i 42 giorni e non si è capito perché hanno fatto marcia indietro“.
“In particolare, il protocollo Pfizer valuta favorevolmente la seconda dose somministrata dai 19 ai 42 giorni dopo la prima. Da immunologo, inoltre, le dico che non cambia proprio niente” – ha dichiarato l’ex direttore esecutivo dell’Agenzia europea del farmaco, Guido Rasi. “Passare da 21 a 42 giorni può permettere di dare la prima dose a più persone possibili. Si ha così un’elasticità fino a 42 giorni perché è fondamentale per le Regioni poter dare la prima dose, che dopo 21 giorni da’ copertura vaccinale, a più persone possibili”.